Categorie: Musica

decibel_ascoltàti | Son of Clay – Pulseprogramming

di - 19 Marzo 2003

Son of clay, è il lavoro d’esordio del giovane musicista/artista svedese Andreas Bertilsson, prodotto dalla Komplott. Trasferitosi a Berlino, per conseguire una borsa di studio in arte contemporanea, Bertilsson inizia a muoversi lungo i labili confini che separano la ricerca visiva da quella sonora attraverso la realizzazione di sculture ed installazioni sonore . Durante la primavera e l’estate scorsa ha registrato e performato il materiale sonoro di Face takes shape (CD, Komplott, 2002), una meticolosa mappatura di rumori e suoni del suo appartamento; una sorta di autoritratto composto di undici istantanee sonore che traducono la sua intimità domestica in affascinanti e suggestive composizioni musicali. Nulla di nuovo, apparentemente, se si pensa alla musica concreta che ha attraversato gli ultimi cinquant’anni, con la differenza sostanziale che queste ricerche, riemerse negli anni ’90, hanno goduto di una rinnovata giovinezza e freschezza grazie alle ultime generazioni di musicisti che, avvalendosi dei media di registrazione e di editing digitali, ne hanno allargato e modificato la portata: da Oval a Fennesz, ai Matmos . Così, anche Bertilsson ha sviluppato una naturale predisposizione ad infondere nelle sue “registrazioni sul campo” calore e piacevolezza formale: i cigolii della scala, le lievi vibrazioni degli appartamenti, il vento che lambisce il balcone sono rumori processati sul suo laptop e diventano un modo per riscattare le piccole cose e la banalità quotidiana. Campionamenti e registrazioni che perdono di riconoscibilità, per trovare forma e struttura in branitechno o in altri più suadenti e sostenuti da raffinate melodie e rarefazioni ambient. marco altavilla


Pulseprogramming è un nuovo progetto musicale di Marc Hellner e Joel Kriske, aiutati per quanto riguarda la parte multimediale (video, live set e grafiche) da diversi artisti del settore, quali il filmaker/video artista Eric Johnson, responsabile delle immagini live e del video molto evocativo (contenuto nella sezione cd-rom del disco), il curatore del packaging Hans Seeger, già messo in risalto da riviste quali I.D. magazine, Creative Review e British Design e l’art director John Sachter, che vanta collaborazioni anche con Big Magazine . Proprio la confezione e la grafica del disco risultano impressionantemente curati. In termini musicali, invece, Tulsa for one second (Cd, Aesthetics/GoodFellas, 2003) rappresenta l’ennesimo tassello che si va ad aggiungere ad un già folto carnet di gruppi di matrice pop elettronica, come dimostrato alla perfezione dalla traccia d’apertura Blooms eventually, melodie semplici, beat lievi, clicks di contorno e voce passata al vocoder. In ogni caso, le sorprese non mancano già da subito, infatti, la successiva Here give it to you here I’ll show you, è uno strumentale dalle trame quasi ambient.Stylophone purrs and mannerist blooms, invece, ricorda moltissimo i Piano Magic, alzando di non poco il tasso dell’emotività; in altri casi, i paragoni riportano direttamente a gruppi come i Telefon Tel Aviv (All joy and rural honey) e, soprattutto, ai Boards of Canada (Off to do showery snapshots), se non fosse per la voce, potrebbe essere uscita direttamente da Music has the Rights to Children. francesco brunotti

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