09 dicembre 2002

decibel_ascoltàti Sybarite – ‘Nonuments’ (4AD / Spin-go, 2002)

 
Se avete amato i Dead Can Dance e vi siete invaghiti di recente dei Notwist e Tarwater non rimarrete assolutamente delusi dal debutto di Sybarite: splendide e malinconiche pop-songs che incrociano preziose tessiture elettroniche, strumenti acustici ed una suadente voce…

di

La 4AD è un’etichetta che sembra basarsi su un ristretto, ma affezionato, gruppo di fans legati specificamente al suono che è riuscita a creare in questi ultimi due decenni. Inevitabilmente il nome 4AD rimanda a gruppi che hanno lavorato con il sound crepuscolare di derivazione ghotic, tramite il recupero di temi musicali di repertorio medievale/classico (i Dead Can Dance di Serpent ‘s egg o di Aion), o realizzato album eterei e splendidamente malinconici come Filgree & Shadow dei This Mortal Coil. Dopo la dichiarazione di fede degli “scrittori senza casaPiano Magic, stiamo assistendo ad un progressivo ritorno e rimodernamento del sound 4AD: basta ascoltare la prima traccia del disco di debutto del polistrumentista americano Xian Hawkins (già nei Silver sybarite Apples), qui ribattezzatosi Sybarite, per rendersi conto di cosa sta accadendo alla 4AD. Glitches, pennellate di strumenti a corda, il suono del vento che fa da bordone alle textures di archi e synth di derivazione minimalista, loop rovesciati, violini contrappuntistici di stampo classico, mutazioni jazz, trombe solitarie…
Rispetto ai lavori precedenti, pubblicati per etichette minori (tutti ep ed una colonna sonora per il film Kill me tomorrow di McGuinn), in questo Nonuments, Xian si avvale dell’uso della voce, fragile al punto di spezzarsi, per dare vita a sommesse canzoni splendidamente in equilibrio tra l’elettronica user-friendly del glitch, inserti di archi, ritmiche frammentarie (basti ascoltare la notevole the fourth day, la notwistiana Water, la splendida Fresh Kills). Le tracce solo strumentali sono di pregevole fattura, come la glaciale Renzo Piano, basata sull’alternanza di freddi glitches, modulazioni pianistiche mai concluse di stampo jazz, indefinibili suoni ambientali, ottenendo così uno strano senso di precario equilibrio. È un album splendidamente autunnale e malinconico, come nella migliore tradizione 4AD. Ma qui c’è la volontà di mettersi in gioco, di osare con la diversità estetica dei materiali assemblati per andare a formare piccoli quadretti di Pop music, che ultimamente si è potuta riscontrare solo negli splendidi album di The Books e Boom bip. Un album emotivamente coinvolgente e intelligentemente attuale, eppur riconoscibilmente 4AD.

link correlati
meusic.net
4ad.com/artists/sybarite/index.htm

alessandro altavilla

[exibart]

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