Sembra che sia in atto una significativa evoluzione della tua estetica del “glitch”, dai suoni affilati e frammentati di “Hotel Paral.lel” alle atmosfere eteree e cristalline del tuo ultimo disco. La stai vivendo come un’evoluzione “naturale”? Quali sono le sue motivazioni ed i suoi significati, se ce ne sono?
Ho voluto fare un disco che ovviamente a prima vista non è un disco “laptop”. In effetti non dovrebbe più importare come è stato fatto. Questa volta ho anche cercato di ottenere un suono “ampio”, quasi sinfonico, probabilmente influenzato dalle vecchie produzioni di Jack Nietzsche che stavo ascoltando di recente (soprattutto le sue produzioni per Neil Young ed i Buffalo Springfield).
Questa volta ho affittato un vero studio di registrazione, dopo averne avuto abbastanza di trovarmi a registrare in stanze d’albergo o in camera da letto…
Tutto ciò deve aver avuto un certo effetto sul suono complessivo dell’album. Avevo un ottimo monitoraggio, e potevo sentire più dettagli del solito.
Come ha influenzato questo tuo lavoro la città di Venezia? Di certo è una città in cui la vita scorre con un ritmo particolare, e l’acqua è l’elemento preminente, ma ci sono altri fattori (architettonici, sociali, storici, …) con i quali ti sei sentito particolarmente in sintonia? Si tratta della “city of light”?
Credo che Venezia abbia un suono molto speciale. Qualcosa di simile ad un mormorio lontano… una mescolanza di voci, acqua, vento. Una volta ho letto che la popolazione di Venezia è sempre stata capace di affrontare le calamità in modo elegante. Credo sia un punto interessante.
Quanto ha influito la collaborazione con David Sylvian (a partire dalla bellissima “A fire in the forest”) sulle strutture ed i timbri quieti e meditativi di “Venice”, oltre che sui tuoi interessi attuali? E quali artisti (musicisti, pittori, registi, …) ti entusiasmano di più in questo momento?
Quando ho fatto A fire in the forest stavo già sperimentando con questo tipo di atmosfera sonora che ora appare in Venice, ma di sicuro ciascuna collaborazione lascia la sua influenza sul lavoro. Amo la musica di David ed amo lavorare con lui.
Nel periodo in cui ho lavorato a Venice ho visto moltissimi vecchi dipinti “classici” come quelli di Michelangelo, Rubens, Rembrandt, Goya, etc. Ma anche Eric Fischl, Cy Twombly … Un miscuglio che non ha senso… ma per me l’aveva.
Ultimamente ho ascoltato moltissimo Joseph Haydn e J.S. Bach, ma anche Toru Takemitsu. Ho scoperto da poco il lavoro di Sylvain Chauveau, che amo moltissimo. Suonerò con lui in Francia a fine maggio. Il pensiero e la musica astratti di Keith Rowe mi sono stati di grande aiuto e mi hanno guidato attraverso tutta questa produzione. Keith mi ha dato così tante idee e pensieri… la sua presenza è stata essenziale.
Cosa ci possiamo aspettare dai tuoi prossimi lavori? Un nuovo passo nella direzione di una nuova e luminosa forma di ambient, un altro modo di intendere il “pop” come in ‘Endless Summer’, o forse un ritorno a strutture più concettuali?
Oh, come posso saperlo a questo punto… Tutto ciò che so adesso è che ho voglia di usare un pianoforte.
Un ringraziamento particolare ad Enrico Bettinello e all’Associazione Culturale Vortice
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bio
Christian Fennesz è nato nel 1962 e vive prevalentemente a Vienna. Dal 1997 ha iniziato a pubblicare i suoi lavori per chitarra e laptop grazie all’etichetta austriaca Mego, e da allora ha collaborato con musicisti di fama e talento come Jim O’Rourke e Peter Rehberg (Pita), Mika Vainio, i Polwechsel e David Sylvian. Ha inoltre lavorato alle colonne sonore di ‘Beyond the Ocean’, ‘Gelbe Kirschen’ e ‘Blue Moon’.
discografia essenziale
1997 Hotel Paral.lel (Mego)
1999 Plays (Moikai)
2000 Plus Forty Seven Degrees 56’ 37” Minus Sixteen Degrees 51’ 08” (Touch)
2001 Endless Summer (Mego)
2002 Field Recordings 1995:2002 (Touch)
2004 Venice (Touch)
Principali collaborazioni
1999 Fenn O’Berg The Magic Sound of Fenn O’Berg (Mego)
2002 Fenn O’Berg The Return of Fenn O’Berg (Mego)
2002 Polwechsel + Fennesz Wrapped Islands (Erstwhile)
francesco bergamo
decibel – sound art e musica elettronica è un progetto editoriale a cura di marco altavilla
[exibart]
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