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decibel_report Club to Club
Musica
Un bel successo per l'edizione 2006 di Club to Club. Con un afflusso enorme di pubblico attraverso le quattro location principali nei tre giorni del festival. Tra ospiti eccellenti, esposizioni, conferenze e lunghi aperitivi...
Si arriva abbastanza presto all’AB+, il raffinato locale di Torino distribuito su tre piani di un palazzo storico di fronte al Duomo, dove il festival Club to Club si apre, con una festa organizzata nel più ampio contenitore della vetrina BMW che prevede ospiti internazionali interessanti e inusuali per la città come Isan e Clark. Numerosi dj set ed un generoso open bar.
Sparse nei diversi spazi del locale le installazioni interattive dei media designer di Todo -che curano la sezione di arti elettroniche del festival dedicata alla software art- raffigurano su più schermi un albero carico di frutti molto particolari, generati dagli sms dei presenti, creando una sorta di termometro dell’interazione sociale adatto a misurare l’umore della serata.
Il pubblico, un po’ incravattato per questa inaugurazione, non tarda ad arrivare anche per la presenza di ospiti del cinema come Stefania Rocca, che per l’occasione presenta un’installazione audiovisiva la quale tuttavia si rivela piuttosto accessoria rispetto alla sua più attrattiva presenza.
Nonostante l’afflusso di pubblico sia notevole, pochi osano spingersi fino al terzo piano, dove in una saletta molto accogliente gli Isan, il noto duo di Morr Music sta svolgendo il suo concerto di suoni glitch delicati, ninnananne e dolci ritornelli incastonati all’interno di pattern ritmici pop e strutture lunghe e ballabili.
Di grande impatto, subito dopo, la performance dell’americano Clark, che spacca con un dj set creativo a base di braindance, ritmi spezzati e volume, creando un’atmosfera molto fisica e divertente in perfetto stile Warp. Al piano di sotto Dani Siciliano suona un dj set affollatissimo.
Il secondo giorno è la volta dell’Hiroshima mon Amour, lo storico locale di Torino devoto alla musica dal vivo, dove la presenza di Ellen Allien & Apparat conferma, nel cuore della programmazione, la vocazione autenticamente dance della città e del suo festival. La quantità di gente è impressionante e straripa dalla sala nera dell’Hiroshima. Tutti rivolti verso la consolle, dove il duo sexy si esibisce con un live set molto efficace e sicuro, completamente orientato all’energia del movimento e capace anche di momenti di improvvisazione e spettacolarità autenticamente rock. Alle spalle dei due, su un grande schermo ritoviamo Todo, che questa volta proietta un real time-morfing di volti catturati dal pubblico che si avvita creando masse umane smorfiose e mute.
Dopo il concerto la notte si sdoppia negli spazi del Supermarket con Ricardo Villalobos e l’interactive media designer francese David Dessens (aka Sanchtv). Al Jam si balla fino all’alba con dj e live set alla luce dei visual generativi del progetto croato Onoxo.
Sabato l’appuntamento è nel tardo pomeriggio all’Auditorium della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dove si tiene una conferenza sulla perdita dell’autoralità e la proliferazione delle identità nella cultura digitale a cui intervengono, oltre all’organizzatore, Fabio De Luca, alcuni membri del progetto Piemontegroove e Murcof, il quale si esibirà subito dopo in una performance come sempre magistrale. Tutti seduti nelle file a gradini dell’auditorium di fronte al muro di suono prodotto dall’artista messicano, che alterna lunghi soundscape armonici alle sue più classiche miscele di melodie acustiche e beat glaciali perfettamente tradotti in immagini, per l’occasione, dal videoartista bolognese Saul Saguatti, che presenta a Torino il suo bel lavoro Life from Pluto fatto di tracce luminose in posa che giocano in un sistema geometrico di forme e colori molto silenzioso.
L’impatto sinestesico riesce alla perfezione, creando nel pubblico un clima emotivo di suggestioni astrali caratterizzato da umori intensi, a tratti caldi e vicini e poi improvvisamente congelati e assenti che infine scoppiano in un applauso lungo e appagato.
Dopo l’aperitivo nell’atrio della Fondazione ci si sposta di nuovo ai murazzi, dove sotto le arcate di pietra del Jam i vjs Pfadfinderei di Bpitch Control visualizzano la festa di chiusura del festival, ancora stracolmo di presenze fino all’alba.
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decibel – sound art e musica elettronica è una rubrica a cura di alessandro massobrio
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