Categorie: Musica

decibel_talenti laterali | Intervista a Nikolaus Gansterer & The Transacoustic Research

di - 6 Aprile 2005

Quando nasce la Transacustic Research?
Nikolaus Gansterer: L’Institute for Transacoustic Research è nato ufficialmente nel 1997. È nota la lunga tradizione musicale ed artistica di Vienna ed entrambi i settori sono sempre particolarmente fibrillanti. Ma quello che mi ha sempre interessato è stato trovare delle nuove connessioni tra arte e musica. Questo perché normalmente appaiono confinate in campi diversi. La Transacoustic Research si propone di esplorare questo “vuoto”.

La T.R. annovera una serie di artisti differenti. Chi sono?
N.G.: il nucleo consiste in Jörg Piringer, Matthias Meinharter, Ernst Reitermaier e me. Siamo tutti artisti e musicisti attivi in vari campi che condividono idee discutendone in una comunità più ampia.
Matthias Meinharter si occupa di sperimentare nel campo del design; Jörg Piringer è poeta sonoro digitale e videoartista; Ernst Reitermaier ha studiato filosofia ed è attivo nel campo della musica sperimentale e del management culturale. Il sottoscritto si occupa di arte visiva ed è interessato all’idea di “scultura immateriale”. Questo implica l’utilizzo del suono tra i diversi “materiali” che compongono le mie installazioni mixed media.
Insieme concepiamo performances e letture sonore (translecture) utilizzando e ideando dal vivo disegni di diagrammi e di mappe, così come processi sonori e theory–jockey al microfono. Gli artisti della nostra etichetta sono interessati a trovare nuove connessioni tra il suono e le sue aree di tangenza quali: filosofia, sociologia, movimento, luce etc…


Attualmente siete sicuramente tra gli artisti più eclettici e trasversali della scena europea. Cosa comporta questo nella percezione del vostro lavoro da parte del pubblico?

N.G.: La T.R. lavora come etichetta e come piattaforma per il suono sperimentale, riflettendo sui confini tra arte e scienza. Nel 1999 abbiamo iniziato con una serie di concerti e performance a scadenza mensile, curati da noi e chiamati “hearings”. Non sapendo noi stessi cosa il termine transacoustic potesse descrivere esattamente, abbiamo iniziato ad invitare altri artisti e ad esprimere di fronte al pubblico, per mezzo di performance, soundpieces o un testo, cosa transacoustic potesse significare per loro. Le collaborazioni servono come base per una discussione incondizionata. Si può dire che seguiamo un processo molto orientato a costruire una sorta di meta–teoria che ri-condiziona le nostre idee sulla produzione sonora.

Utilizzate strumenti tradizionali, macchinari, voci e vegetali. La mia impressione è che uno degli obiettivi della T.S. sia quello di creare e studiare delle tensioni tra materiali diversi in relazione all’ascolto. Come si attua questo processo, per esempio, nel caso della First Vienna Vegetable Orchestra?
Jörg Piringer: T.R. consiste nel trovare nuove strade per generare il suono o riscoprirne le vecchie. The Vegetable Orchestra, per esempio, lo fa attraverso una delle strade più antiche.
Ernst Reitermaier: Noi non vogliamo solo generare un nuovo “panorama musicale”, bensì connettere differenti discipline artistiche e scientifiche con aspetti acustici. Nel caso di The Vegetabile Orchestra si tratta, da un lato, di utilizzare paradossalmente dei vegetali come strumenti di un’orchestra (il che implica molto nella costruzione degli strumenti e ricerca dei materiali); d’altra parte c’interessano gli aspetti visivi e quelli legati al “sapore” dei vegetali stessi come altri elementi della performance. Non è solo suono, ma più di questo, sebbene il suono sia il fulcro delle nostre attività.


La tua ricerca si rivolge in particolare alla possibilità di rendere concreto l’universo digitale nella terza dimensione…

N.G.: Si. Per ora sto vivendo in Olanda grazie ad un dottorato di ricerca presso l’Jan van Eyck Accademie. Sono impegnato nella ricerca sul disegno e sulle forme di visualizzazioni, e in che modo la visione “diagrammatica” si sviluppa ed è utilizzata nell’arte contemporanea, nelle scienze e nelle teorie. Il mio lavoro parte dal presupposto che a noi in realtà mancano dei modelli in grado di metterci in relazione con il complesso mondo in cui viviamo. I miei modelli “soggettivi” di città, ma anche di fenomeni mediatici, derivano le proprie coordinate fuori da concetti quali tempo, memoria e micro-clima. Sono interessato a processi paradossali di traduzione di materiali ordinari attraverso dei sistemi di ricostruzione semiotica. Questo esercizio dimostra in qualche modo l’impossibilità di rappresentazione del mondo. Dentro questi sistemi l’humour è un fattore importante.

E come si interseca mondo reale e mondo virtuale nella struttura della T.R.? Come si muove la vostra comunità?
E.R.: Contemporaneamente, la nostra piattaforma telematica e anche quella del “mondo reale”, sono tra i nostri obiettivi per connettere gli uomini d’arte e di scienza, così che possano scambiarsi idee e creare nuovi progetti insieme. Resta particolarmente importante avere un posto reale dove si possano trovare. Internet può essere estremamente vantaggioso, per quanto non possa mai sostituire un incontro reale tra le persone.

Quali sono i vostri progetti futuri?
N.G.: Molte cose ora stanno andando per il verso giusto. Da un lato saremo in tour con The Vegetable Orchestra attraverso Russia, UK, Libano e Belgio, d’altra parte T.R. è inclusa in un progetto interdisciplinare con musicisti e performers della vivida scena della danza e della performance viennese.
Uno degli obiettivi è estrarre interconnessioni fra i movimenti acustici e fisici. Pubblicheremo sulla base dei risultati di ricerca il nostro prossimo CD. Inoltre ci saranno nuove uscite all’insegna di Sergej Mohntau e del duo Gansterer*Geissler. In Aprile ci esibiremo al The Moving Patterns Festival di New York.

link correlati
transacoustic-research.com>sito della Transacoustic Research
iftaf.org>sito dell’Institute for transacoustic research
sito della Vegetable Orchestra
joerg.piringer.net/>sito di Joerg Piringer

marco altavilla

decibel – sound Art e musica elettronica è un progetto editoriale a cura di marco altavilla

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