Il nome dello studio/abitazione di William Basinski a Brooklyn è emblematico: Arcadia. Il lavoro dell’artista statunitense è da un lato prevalentemente rivolto ad archiviare e rendere disponibili composizioni realizzate nelle ultime due decadi, e dall’altro si nutre dell’ossessione dell’autore per la nostalgia. “E’ vero, sono sempre stato attratto da tutto ciò che contenga un elemento nostalgico. Sto tentando di superare questa fase perché è piuttosto debilitante, ma decadimento e senso di fine mi attraggono irrimediabilmente. E’ un’idea romantica di bellezza. La bellezza è ovunque…” . Scruta il paesaggio industriale fuori dalla finestra: “New York può essere un posto infernale, ma è piena di bellezza”.
L’attenzione dei media arriva con i Disintegration Loops: Basinski si imbatte in vecchi nastri magnetici di registrazioni giovanili e, nel riversarli in digitale, assiste al progressivo sgretolarsi della patina di ossido di ferro, contenitore dell’informazione sonora. Un pastorale americano dal fascino maestoso la cui lavorazione si conclude a ridosso degli avvenimenti dell’11 Settembre: i due eventi risvegliano echi simbolici che si
Complessa la sua formazione. Nei ’70 studia jazz: “ volevo entrare nella big band del college ma andai alle audizioni e non mi sentii all’altezza, passai a composizione. C’era molta droga in giro ed io uscivo con questi folli ragazzi gay che mi introdussero a Cage. Amavano la dodecafonia. Poi incontrai Elaine, collezionava di tutto pop, rock n’roll, jazz”. Inizia tra James Elaine, curatore e videoartista, e Basinski un sodalizio sentimentale ed artistico “Ci siamo influenzati a vicenda. Inizialmente i ruoli erano precisi, poi iniziai anch’io ad occuparmi di video”.
Torno ad Arcadia dove la sua musica è diffusa continuativamente. “Cerco sempre di incontrare qualcosa che mi sorprenda. Qualche notte fa sono stato svegliato da alcune vecchie composizioni che suonavano nello stereo. Le ho trovate ottime e sono corso ad editarle. Non penso alle reazioni degli ipotetici ascoltatori, è semplicemente qualcosa che accade”. La discografia di Basinski è una chiave per condividere in maniera immersiva lo stratificato immaginario dell’artista “Non ascolto quasi più musica altrui. Credo che ad ispirarmi siano piuttosto le forme ritmiche dei suoni ordinari, come appaiono e come scompaiono nel nulla”. Ad intervista finita, ci mostra le fotografie delle automobili anni ‘50 che collezionava con Elaine in un ranch. Delle vetture, coperte di neve, si riesce solo ad intuire la bellezza.
link correlati
mmlxii.com
raster-noton.de
durtro.com/artistsf.html
idearecords.com/news.html
francesco tenaglia
bio
William Basinsky è musicista, compositore, e filmaker. Ha iniziato a sperimentare con media da oltre vent’anni nella città di New York. Dopo un corso dove ha imparato a suonare il clarinetto classico frequenta la North Texas State University, dove studiato composizione jazz per sassofono verso la fine degli anni ’70. Nel 1978 ha cominciato a sviluppare un suo personale vocabolario sonoro utilizzando diverse tipologie di registrazioni. Ha messo a punto in tal modo uno stile meditativo e malinconico sperimentando con brevi loop melodici, suonati poi simultaneamente in modo tale da ottenere dei feedback. Ha inciso per etichette come la Durtro, Noton, Raster-Noton, e per la sua personale etichetta 2o62. I suoi film sono stati presentati in diverse occasioni in tutto il mondo: l’edizione 2001 e 2002 del Rotterdam Film Festival, Image Forum in Giappone, e alla prima edizione del Festival annuale di musica sperimentale, elettronica ed elettroacustica a San Pietrobugo in Russia.
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Divino... bellissimo... consiglio vivamente tutti i suoi lavori. Un artista da scoprire!