E’ a Bolzano, sera tardi. Un salto alle Officine FS, in tempo per dare un’occhiata al lavoro imponente di Ictus e alle variazioni musicali di Counter Phrases come prima serata del festival Transart. Poi un gulash in un ristorante del centro, dove si rende conto che il giorno successivo sarebbe stato a Merano, dove deve partecipare ad una tavola rotonda a latere della mostra Meta.Fisica, e non Milano. Il giorno successivo? “Domani sera sono a New York, un appuntamento che non posso mancare, peccato, perché Merano mi ricorda la Svizzera dove mi reco appena posso per ritemprare le energie. Dopodomani? A Los Angeles…”
Dj Spooky, non è questo il tuo nome, vero?
No, tutti mi chiamano Paul, sono Paul Miller. Dj Spooky that Subliminal Kid , è la mia persona costruita, il personaggio del romanzo che sto scrivendo Flow my Blood the Dj Said (Fai fluire il mio sangue disse il Dj).
Hai due lauree, una in
Sono apparso su The Village Voice, The Source, Artforum, Raygun, Rap Pages, Paper Magazine. Risulto co-Editore con il poeta newyorkese Steve Canon nella pubblicazione di A Gathering of the Tribes, primo Editore di Artbyte: the Magazine of Digital Culture, e nuovo, alla seconda edizione è 21C.
Oltre alla qualifica di scrittore, sei un artista con un ottimo background di partecipazioni.
La lista è davvero lunga, per i lettori di Exibart cito le più conosciute, come quella alla Whitney Biennial, alla Biennale di Venezia per l’Architettura nell’anno 2000, al Museo Ludwig a Coloniaa in Germania, alla Kunsthalle di Vienna e infine al noto Andy Warhol Museum a Pittsburgh.
E infine arriva Dj Spooky that Subliminal Kid , il ragazzo con una discografia che riempie pagine e pagine di riferimenti e di cd…
La mia realizzazione in qualità di Dj e Vj, parte da una rielaborazione filosofica dei contenuti artistici che la storia ci offre. I miei video e/o installazioni si rifanno soprattutto a Duchamp. Dai dadaisti prendo la loro capacità di inserire frammenti di poesie o parole libere in contesti distinti. Segni e significati, tutti insieme diventano codici digitali e lo specchio di una permutazione continua della nazione stessa in un flusso musicale che fluisce senza giunture. Questa l’essenza del mio lavoro. Utilizzo spesso le linee della mia bandiera come il concetto del tempo che diventa ritmo, e li trasformo per fuoriuscire dalla standardizzazione imposta di una quotidianità che non condivido. La rete semantica si fa corpo scultoreo intangibile che esiste solo in uno spazio virtuale tra te e l’informazione percepita, mutabile, il fisso appartiene già a un passato che si è superato. In quanto l’informazione che generiamo è la traduzione dei nostri desideri, manifesta quindi gli elementi profondi del nostro essere.
Parliamo delle tue moltissime collaborazioni ( Sakamoto, Butch Morris, Kool Keith a.d.a. Doctor Octagon, Killa Priest dei Wu-Tang Clan, Yoko Ono ecc.) . Chi hai eletto come musicista preferito?
Iannis Xenakis. Sono rimasto molto colpito quando mi raccontò di come, avendo preso parte alla resistenza in seguito all’invasione tedesca, vide Atene in fiamme e fu centrato alla parte destra del viso da una granata (perse un occhio) e di come proprio in quel momento vide le fiamme che distruggevano il passato e la potenza di Atene trasformarsi in cifre. Su queste cifre costruì la sua musica.
Hai regalato degli stickers a tutti coloro che erano presenti alla conferenza e ne hai pure messo un’enorme quantità all’entrata del tuo spettacolo, che significato hanno?
Questa è la mia arte, nel mio studio ci sono solo macchine e amplificatori, non trovi dipinti o sculture. La mia è un’arte basata sul missaggio di ciò che trovo verso la produzione pop. E pop significa popolare, per tutti.
articoli correlati
Transart_03
Transart_02
art drive in nel parcheggio delle Terme di Merano
Il network Across
Musica per occhi, a Bolzano il terreno comune tra visuale e musica
link correlati
Il suo sito ufficiale
anny ballardini
intervista del 13 settembre 2003
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…