Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Adelasia, giovanissima cantautrice originaria di Lucca. Classe 1995, si è trasferita a Roma a 18 anni per studiare storia dell’arte. Da sempre appassionata di musica, inizia a studiare chitarra, canto e pianoforte. I suoi brani uniscono sonorità Indie-pop ad influenze elettroniche, i suoi testi paiono tratti da dense pagine di diario. Nel 2019, dall’incontro con Sbaglio Dischi, nasce il suo progetto solista che porta alla pubblicazione dei singoli Controcorrente, Acqua e Meglio Soli che anticipano il suo primo disco 2021 uscito lo scorso ottobre.
Musica e arte un connubio nella tua poetica artistica, ti va di parlarcene?
Mio padre è scultore e credo che la sua poetica artistica abbia influenzato la mia (sempre che ne abbia già sviluppata una): le sue sculture sono molto leggere, delicate, sono delle piccole cose belle, in armonia con la natura. In fondo quello che vorrei è che anche la mia musica fosse una piccola cosa bella e armoniosa.
Come nascono le tue canzoni? Da cosa trai ispirazione?
Scrivo molto di quello che mi succede, ho un diario, e descrivendo situazioni vissute è come se le vedessi da fuori e ne cogliessi aspetti nuovi e mi viene voglia di cantarli; quindi è da lì che parte una mia canzone la maggior parte delle volte, da quella nuova immagine.
Controcorrente, singolo del tuo album d’esordio, è un inno a non arrendersi, un mantra da recitare coralmente tutte le volte che pensiamo di non farcela. Come ha visto la luce questo pezzo?
Un giorno, guardando il telegiornale, mi sono sentita morire: una valanga di notizie terribili. Sono tornata in camera e ho scritto di come mi sentivo: mi era rimasto l’amaro in bocca perché avrei voluto che qualcuno avesse parlato di speranza, di giovani, di futuro durante quel servizio e invece niente, solo catastrofi, politiche sbagliate e cose così. Quindi mi è venuto in mente di scrivere una canzone che fosse un inno alla speranza ed è nata Controcorrente.
Cosa pensi della scena indie italiana?
Non so, ormai non so più bene cosa è indie e cosa non lo è. In generale quello che posso dire è che ci sono un sacco di artisti che mi piacciono molto.
Ci sono poche voci femminili?
Il rapporto è sempre 1 donna su 10 maschi (statistica mia, inventata) ma le cose stanno cambiando secondo me.
Come nasce l’idea di 2021? Come fa a condensare assieme il tuo passato e il tuo futuro?
Il mio passato è tutto ciò di cui parlo nelle canzoni che sono nel disco, molte sono storie di quando ancora vivevo a Lucca, nella casa a cui il disco deve il nome, o comunque storie dei primissimi anni a Roma, in cui ero così insicura e spaventata all’idea di crescere, di dover scegliere cosa fare o chi essere. Ora mi sento cresciuta, più sicura e ho meno paura del futuro, del 2021, appunto, e degli anni a seguire.
Sul tuo profilo Instagram in Storie Treccani racconti l’etimologia di alcune parole. Ti va di parlarci di questa idea? Quanto è importante la ricerca del lessico nei tuoi testi?
Sono molto curiosa, mi piace farmi domande e cercare le risposte. Mi capita spesso di chiedermi da dove vengano le parole e quindi cerco le etimologie e imparo un sacco di cose: nelle parole c’è molta della nostra storia. Un giorno ho pensato che sarebbe stato carino raccontarle anche agli altri e ho cominciato con le storie pensando che a nessuno sarebbe interessato e invece ogni giorno mi sorprendo perché mi chiedono sempre più parole. La ricerca lessicale nei miei testi non è così fondamentale, cerco di prediligere parole semplice, che abbiamo un bel suono.
Quali sono i progetti per questo nuovo anno? Hai qualche canzone nel “cassetto”?
Lavorare ad un nuovo disco, magari suonare un po’, andare in giro con il gruppo e divertirci.
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