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È così giunto il terzo (e ultimo) evento del programma musicale targato Fondazione Prada, a cura di Craig Richards. Il titolo dal taglio ironico ed efficace incuriosisce: I WANT TO LIKE YOU BUT I FIND IT DIFFICULT. Il dj britannico – classe 1966 – dal retroterra culturale artistico (ha studiato alla Bournemouth School of Art, alla St Martins School of Art e al Royal college of art dal 1986 al 1992) ci regalerà dunque una serata dal taglio elettronico negli spazi esterni dell’odierna casa base dell’arte contemporanea di Milano-sud.
Ma di che si tratta? Viene considerato come un esperimento che punta all’esplorazione nel panorama musicale internazionale, spaziando per generi e alfabeti pentagrammati differenti. Si vedano Andrea Belfi, Biosphere, Colleen, Floating Points, Helena Hauff, Maarja Nuut & Ruum, object blue, Pole, Ben UFO e lo stesso Craig Richards che, con quest’azione curatoriale per Fondazione Prada, punta a riunire target e pubblici differenti, intrecciando fluidamente componenti esperienziali ed eliminando, così, il rischio di etichettare ambienti e persone. Oggi questa è un’azione quanto più necessaria non solo tra il pubblico, ma anche tra artisti famosi ed emergenti.
Musica come esperienza sensoriale, come superamento degli stereotipi, come stimolo per andare alla ricerca di novità. Si sa, ciò che può essere lontano dal nostro linguaggio comune, comporta un lavoro di conoscenza e di decodificazione e richiede così uno sforzo maggiore di ciò che ci è noto. Ma spesso proprio questi racconti complessi ci coinvolgono di più, fino ad amarli.
Secondo le stesse parole di Richards, «ogni evento è potenzialmente in grado di ispirare o irritare […] ogni performance è stata scelta per esplorare l’indescrivibile forza della musica al di là del piacere o meno». Dunque, a me ha già convinto, ci vediamo il 27 settembre, dalle 19 a mezzanotte. Poi, come Cenerentola, tutti a casa con una scarpetta in meno, un po’ di male ai piedi e delle “irritanti fonti d’ispirazione” nelle orecchie.