“Musica Nostalgia” è una rubrica che ripercorre, con immagini e parole, grandi album di artisti del passato più o meno recente che mi hanno formato musicalmente e che, probabilmente, hanno ancora molto da dire oggi…
Registrato nei Kraptone Studios di Chapel Hill, North Carolina, e rilasciato dalla Alias Records il 23 novembre del 1993, Icky Mettle, album d’esordio degli Archers of loaf, è un esempio lampante di come per fare buona musica e innovare non servano budget mastodontici (5mila dollari) ne tempi di registrazione prolissi (7 giorni) a patto di avere chiare idee in testa delle sonorità da voler raggiungere e un carisma musicale ben delineato. Il disco d’esordio degli Archer of Loaf ricevette numerose critiche positive dopo la sua uscita, per esempio venne dichiarato il miglior album dell’anno dal magazine Interview, si posizione al trentaduesimo posto nella classifica di Pitchfork dei Top 100 Albums of the 1990s e al 56 posto nella Greatest Indie-Rock Albums Ever list del magazine Blender.
Web in Front che apre le danze è uno dei brani più famosi del gruppo, in due minuti e una manciata di secondi riesce a dare un idea di massima del disco fatto di brani di pura energia incalzante sparati in faccia stile vento misto pioggia. Last Word ci scaraventa in una Transilvania di distorsioni e schegge gotiche. Terzo brano Wrong, l’altalena più assurda dell’album, una camera magmatica pronta al collasso; sembra d’andare a caccia di pokemon con un gruppo di harleysti. Un minuto molto minimalista di solo basso e voce precede il delirio totale in You and Me, un caos organizzato musicalmente sorprendentemente recente per certi versi. Percorrendo Hate Paste, con un riff country continuato ancora e ancora in una particolare ballata indie e la rapidissima Fat s’arriva a Plumb Line con riff memorizzabili e linee melodiche distinguibili, il tutto sommato dona uno stille ‘college’ alla traccia. A dir poco musicalmente epico è il brano Learo You’re a Hole con rif monumetali, finito l’ascolto ci travolge Sick File mentre Toast per 3/4 strumentale, resta ancora da capire, forse fra dieci o vent’anni sarà moderna, per ora si può solo vantare d’essere il brano più lungo dell’album. Chiude Slow Worm il brano forse più punk melodico che pare quasi salutarci con un poco di grassa malinconia.
TRACCE
1.”Web in Front” – 2:09
2.”Last Word” – 3:35
3.”Wrong” – 3:40
4.”You and Me” – 3:10
5.”Might” – 2:04
6.”Hate Paste” – 2:46
7.”Fat” – 1:19
8.”Plumb Line” – 2:09
9.”Learo, You’re a Hole” – 3:51
10.”Sick File” – 1:42
11.”Toast” – 4:38
12.”Backwash” – 3:27
13.”Slow Worm” – 3:32
Fabio Gagliandi, Brescia 1988, è Economista per formazione (Laurea in Ecomia alla Bocconi di Milano e Marketing alla LUISS di Roma) è pittore e cantautore per passione