Il silenzio imposto dal Covid, che a più riprese ha lasciato deserti, per intero o in parte, teatri e sale da concerto, non ha impedito a giovani interpreti musicali di presentare il risultato di registrazioni in studio successivamente concretizzatesi in produzioni discografiche. Ne scegliamo alcune che hanno il comune denominatore di vedere protagonisti musicisti italiani raccolti in ensemble da camera nella proposta di musiche nuove e nuovissime, e perlopiù sempre di autori italiani, a dimostrazione del fatto che nonostante le difficoltà epocali, che si aggiungono a quelle dettate dall’atavico disinteresse delle italiche istituzioni pubbliche, la creatività italiana nell’ambito della ricerca musicale riesce sempre a resistere a denti stretti, rispondendo con risultati più che apprezzabili.
Incroci musicali: 20th and 21st Century Italian and Hungarian Music for Wind Quintett è il titolo del cd pubblicato dalla Da Vinci Classics e realizzato grazie alla sinergia dei settori specifici dei due Paesi citati in copertina, con musiche affidate agli strumenti a fiato dell’eccellente Quintetto Anemos. Musiche che coprendono un arco temporale di 50 anni sintetizzano colto e popolare, come nel caso delle Danze ungheresi di Denes Agay e Ferenc Farkas o dei Pupazzetti di Alfredo Casella, e uniscono tradizione e innovazione: se Salvatore Di Stefano gioca sul numero e sul suo significato simbolico, Alessio Elia propone l’ossimoro del Nocturnal Awakened mentre Marco Lombardi lavora sull’idea del Perpetuum Immobile, come suggerisce il titolo del lavoro.
Distribuiti negli scorsi mesi sono altri due cd incentrati sulla musica italiana contemporanea: il monografico Vittorio Fellegara: chamber works edito dalla Vermeer e il Contemporary Music Book: 21st Century Italian Music pubblicato ancora da Da Vinci Classics. Ciò che accomuna le composizioni di queste due raccolte è la sfida, o forse la necessità, di rivivere e re-inventare con profonda consapevolezza la musica del passato (il “pregresso”) che i compositori trasformano in suono nuovo.
Le opere cameristiche di Fellegara, milanese (1927-2011), autore di rilievo nelle vicende del Secondo Novecento italiano ed europeo, le cui musiche l’Achrome Ensemble offre all’ascolto forte di un’assidua frequentazione, risultano ricche di riferimenti alla poesia shakespeariana in Wintermusic, a Mahler con Herbstmusik – omaggio a Mahler, a Botticelli in Primo Vere, all’Impressionismo francese in Nuit d’été così come alla poesia di Goethe. Qui il legame col passato è risultato di un comporre sfumato, sensibile: la riflessione sulla condizione umana è trasfigurata in un senso di sospeso lirismo.
Sono molteplici le angolazioni con le quali i compositori contemporanei interpretati dall’Ensemble Icarus vs Muzak hanno guardato al passato, ci hanno giocato, lo hanno amato e ne hanno fatto l’origine del loro personale percorso espressivo. L’ensemble – quartetto di legni e pianoforte – diretto da Mimma Campanale e da Franco Fusi ha eseguito brani generati dalla rilettura di codici medioevali (Gabrio Taglietti), da frammenti dell’autore rinascimentale spagnolo Antonio de Cabezón (Corrado Rojac) o dalla conservata integrità dei corpi delle vittime di Pompei (Paolo Rotili), altrimenti muovendo da una sequenza di note musicali, il “passus duriusculus”, che traducono in musica l’idea del lamento (Luigi Abbate), o da frammenti delle Variazioni Goldberg (Claudio Rastelli), ma anche riconducendosi al madrigalismo (Stefano Taglietti) o al cromatismo di Orlando di Lasso (Nicola Straffelini). In tutti questi casi è stata operata una sintesi temporale e stilistica che ha raggiunto risultati di notevole spessore.
Il breve viaggio discografico allarga il proprio orizzonte con Visions, firmato dal pluripremiato duo pianistico Spina-Benignetti e pubblicato dalla francese Sheva Collection. Vi si ascoltano avvincenti interpretazioni della Sonata a quattro mani di Mussorgsky, i Six Morceaux op. 11 di Rachmaninoff, la Sonata a quattro mani di Poulenc e il Preludio, Fuga e Variazione op. 18 di César Franck nella trascrizione di A. Decaux.
Da segnalare infine, sempre a opera del duo Spina-Benignetti, un disco appena uscito e interamente dedicato a musiche di Schubert, con la celeberrima Fantasia D 940 e trascrizioni per pianoforte a quattro mani del quintetto La Trota e delle Variazioni D 813.
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