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Lo scorso dicembre è uscito Parlami di Dio di Giorgio Quarzo Guarascio, in arte Tutti Fenomeni. A quasi un anno dall’uscita del suo primo album, Merce Funebre, Tutti Fenomeni torna con questo nuovo singolo, pubblicato da 42 Records/Sony Music Italy e prodotto da Niccolò Contessa (aka I Cani). Tra sacro e profano, Parlami di Dio mette insieme canzone d’autore, citazioni alte e altre volutamente “trash”, sulla base di sonorità fresche e attuali. Un brano venuto fuori dal “frullatore post-tutto” di Tutti Fenomeni, arricchito dall’artwork di Valerio Bulla e da un video di animazione Fulvio Risuleo in cui le statuette del presepe classico napoletano danzano in un rave party dal carattere dionisiaco.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2021/01/tutti-fenomeni-880x1024.jpg)
Parlami di Dio: intervista a Tutti Fenomeni
Parlami di Dio, ovvero “una canzone perfetta per fare da colonna sonora alle feste che non faremo quest’anno” … e per cos’altro? Parlaci di questo brano, raccontaci com’è nato e come vorresti che vivesse.
«Questo brano è nato a marzo durante le letture della quarantena. Leggevo Nikos Kazantzakis “Rapporto al Greco” e sono rimasto colpito da questa frase: “Fratello Mandorlo parlami di Dio, e il Mandorlo fiorì”. Mi è venuto subito alla mente il Cantico delle creature di Francesco d’Assisi. Come spesso mi succede queste associazioni vissute nella realtà del momento mi ispirano canzoni e rime. Ecco che nasce:” Parlami di Dio fratello Mandorlo, e si ricoprì di fiori ogni albero”».
Parlami di Dio o ti dico addio. Sembri poco interessato a discorsi convenzionali, ovvi, sembra una frase detta da una persona un po’ annoiata, è così? Di cosa vorresti che ti parlassero le persone?
«È vero, sono poco interessato ai discorsi convenzionali ma non annoiato. Penso che la metafora di Dio sia un argomento decisivo».
![](https://www.exibart.com/repository/media/2021/01/tutti-fenomeni-2-880x1024.jpg)
Giochi di parole, frasi tra il sarcasmo e l’ironia, espressioni in francese e riferimenti a personaggi di vari ambiti. Quali sono i tuoi criteri di scrittura? Come elabori i tuoi testi?
«Sono poco interessato ai discorsi convenzionali in sé ma dentro questi vado alla ricerca di cammei estetici o spunti per iniziare percorsi creativi. La pazienza ha un ruolo fondamentale sia per l’attesa del momento creativo sia per la costruzione e l’elaborazione del testo. I criteri di scrittura sono di volta in volta creati e adattati al tema letterario e al messaggio musicale».
Nelle tue canzoni c’è qualche riferimento alla Francia nell’uso del linguaggio e per via di citazioni, anche nella musica. Perché?
«Reminiscenze di famiglia e scuola unite alla musicalità della lingua. E, nonostante ciò, provo una segreta soddisfazione nel pronunciarlo male».
Leonardo Da Vinci era molto rock / mentre Caravaggio era più tipo un rapper. C’è un artista contemporaneo che ti piace particolarmente? Con quale aggettivo lo definiresti legandolo ad un genere musicale e perché?
«Molti mi piacciono e ho difficoltà a sceglierne uno. Ho da poco scoperto le idee e le performance artistiche di Bas Jan Ader e sono rimasto colpito dalla sua ultima opera “In Search of the Miraculous” che coincide con la sua morte per l’arte in mare. Il genere musicale con cui lo definirei è da creare e corrisponde al tentativo di identificarsi con l’opera fino al sacrificio».