Dissonanze propone quest’anno un viaggio a forte impatto sinestetico tra le mura del romano Palazzo dei Congressi all’Eur, coinvolgendo artisti affermati sulla scena elettronica internazionale e nazionale, progetti inediti, anteprime, full-live band, sessioni di dance-floor e incursioni nelle periferie della sound e visual art. Un programma completo volto a coniugare l’intrattenimento con la ricerca, l’happening con l’evento culturale, la sperimentazione con la conferma ma anche lo spazio fisico dei saloni e delle aule con l’immaterialità apparente del suono e della proiezione.
Per questa sesta edizione infatti, i curatori del festival hanno invitato gli artisti alla collaborazione commissionando performance simultanee e trasversali volte a creare l’interazione tra i musicisti e i videoartisti coinvolti e, nondimeno, a catalizzare e orientare le risorse e gli stimoli artistici.
Disonnanze si pone dunque all’interno di un panorama di festival che comprende, in Italia, i grandi eventi internazionali come Elettrowave, versione elettronica dello storico Arezzowave, che ogni anno accosta dj e vj emergenti a nomi di fama internazionale, o Club to Club, dedicato per intero alla musica elettronica dance e primo tra l’altro ad invitare in Italia il gruppo di vj U.V.A., attesissimi anche nel cartellone di Dissonanze 6; e ancora Romaeuropa, impegnato al contrario sul terreno dell’elettronica non intrattenitiva, o Netmage, il quale ha senz’altro il merito di essere il più attento alla ricchezza e alla qualità interne al panorama artistico nazionale senza, per questo motivo, perdere di vista il prestigio offerto da quello internazionale. Fino alla rassegna di world music Dalle nuove musiche al suono mondiale (che ha ospitato tra gli altri anche nomi eminenti dell’elettronica sperimentale) già alla sua XVI edizione.
Nel corso delle due giornate, che si preannunciano intense, gli artisti di Dissonanze daranno vita a veri e propri eventi audiovisivi inediti che metteranno a dura prova la percezione e l’orientamento nei tre spazi dedicati alle performance.
Il Salone della Cultura rappresenta le “gambe” del festival ed ospita i nomi più prestigiosi della scena elettronica. Tra gli artisti alcuni dei più noti dj e producers come Sven Väth e Dave Clarke, eroi techno ed electro che non necessitano alcuna presentazione; con loro nomi importanti quali Matthew Dear, con il suo beat hard e minimale, Lory D, “ambasciatore” italiano della dance di ricerca in Inghilterra con la celebre etichetta Rephlex, i Motor, nuovo acquisto della Mute e autori di un bel remix di Precious dei Depeche Mode, il produttore Mathew Jonson, Pigna People, la tech-house leggera di Tony Rohr, Sleeparchive e Joris Voorn che si esibiranno il primo in un live e il secondo in un dj set di techno minimale fino ad arrivare al clash elettronico di T.Raumschmiere e all’eclettismo stilistico di Dj Koze.
Il tutto si svolgerà nell’ambientazione visiva estremamente coinvolgente creata su misura dal collettivo anglosassone U.V.A. (United Visual Artists)noto per le sue videoinstallazioni a base di Lead-screen e software generativo già viste nei concerti dei Massive Attack e degli U2.
La Terrazza si configura come spazio dedicato alla sperimentazione visiva e alla sound art e come “materia grigia” in cui l’olandese Edwin van der Heide, che ha curato la direzione artistica, ha potuto avvicinare nomi importanti della ricerca elettroacustica, dell’improvvisazione, della sound art ma anche dell’elettronica avanzata più vicina al dance. Qualche nome? Richard Devine con i suoi test-set immersivi a base di Reaktor, e Christian Vogel. Tra gli altri, meno conosciuti, Maryanne Amacher, compositrice americana dedita alla sperimentazione audiovisiva e già allieva di John Cage.
Infine l’Aula Magna diventa il “cuore” di Dissonanze 6 dove si alternano nelle due giornate la performance del collettivo italiano Otolab, impegnato in una ricerca sui contenuti sensoriali dell’esperienza audiovisiva e quella del newyorkese Bruce McClure che da anni realizza installazioni audiovisive basate su strumentazione proto-tecnologica e multi-proiezioni in 16mm. Le performance saranno seguite da una rassegna di audiovisivi che avrà come protagonisti i lavori di alcuni tra i più significativi esponenti di visual music contemporanea.
alessandro massobrio
*articolo già pubblicato su Exibart.onpaper n. 30 – maggio/giugno 2006
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