Le scale di Napoli sono inaspettate. Stratificate nell’inconscio collettivo della città, come fenditure nascoste nel tufo e tra i palazzi, questi grovigli insperati, per la gioia del camminatore urbano, avvicinano dislivelli, quartieri e paesaggi distanti. L’imponente scalinata Filangieri – costruita alla fine dell’800 e struttura iniziale di un progetto mai terminato – mette in comunicazione obliqua due zone antitetiche, restringendo percettivamente lo sfondamento visivo del panorama di Corso Vittorio Emanuele e il colorato dedalo del quartiere di Montesanto.
Su questo Monumento di Passaggio, si è svolta la performance di Rosy Rox, a cura di Adriana Rispoli e con il matronato del Madre, nell’ambito delle attività artistiche e culturali promosse da Quartiere Intelligente, laboratorio di rigenerazione urbana e piattaforma di collaborazione dal basso che aveva già proposto interventi di Alberto Di Fabio, Moio&Sivelli, Raffaela Mariniello, Masbedo, tra gli altri. Se i precedenti incontri erano incentrati sulla persistenza dell’immagine visiva, con video suggestivamente proiettati sulla grande parete prospiciente alla scala storica, l’intervento di Rosy Rox sposta il medium sul movimento, sulla ricezione e interpretazione del gesto. Per l’artista, che ha una cattedra di Performance all’Accademia di Belle Arti di Napoli, la ricerca è esperienza gestuale che si realizza nell’ambito della relazione tra il sé e l’altro, il corpo è la forma del tramite linguistico immediato, esteso tra i processi dell’analisi individuale e della conoscenza condivisa, tra il ricordo e il presente, tra ciò che è nascosto e lo sguardo.
Così, per il suo primo intervento site specific in uno spazio urbano, realizzato in occasione della chiusura del Maggio dei Monumenti, Rosy Rox ha proposto una rappresentazione dello spostamento, interpretando la verticalità della scalinata come scenografia del teatro classico, una zona di vulnerabilità entro cui poter dilatare o restringere gli spazi e i tempi. Tracce bianche sono effuse sulle architetture monumentali seguendo l’incedere di questo Ulisse femminino, marcando i passi con un segno anomalo, dal tratto tanto arcaico quanto precario, come rovine create dalle impronte impresse su una superficie frantumabile. Il cammino in salita diventa elaborazione della separazione, offerta visibile della perdita, temi che l’artista ha affrontato nella sua ricerca poetica. Persistenza liquida di una sovrascrittura in espansione incontrollata sulla porosità delle rovine, queste colature rimangono come tracce di un’intersezione tra i momenti del presente e i resti del ricordo, narrazione dell’incontro labile ma incessante tra la pelle e il piperno.
Mario Francesco Simeone
Performance vista il 2 giugno 2015
Rosy Rox, Monumento di Passaggio
Quartiere Intelligente
Scale di Montesanto, 80135 – Napoli