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Attraverso la ripetizione, la diversità si esprime con continue puntualizzazioni che finiscono col prendere le distanze da quanto viene ripetuto. Domenico Bianchi (Sgurgola, 1955) torna a esporre nella Galleria Casamadre, a Palazzo Partanna, di cui nel 1992 aveva già conosciuto gli spazi, da allora solo in parte mutati. Oggi ritorna con una personale misurata, quasi da atelier per l’intimità della resa, che non sfrutta i vasti e altissimi spazi espositivi della galleria. Due serie di lavori incentrate sulla diversità, sull’itinerario che ciascuno attraversa, dovendo passare da se stesso a un altro sé, che si convinca di essere altrettanto valido del primo.
Una fila di dieci quadri, realizzati in cera su fibra di vetro, emette quella ripetizione che dà il senso della diversità, attraverso tessere di differenti dimensioni, che stanno insieme pur nella complessità visibile, come in un mosaico mal fatto, un gioco irrazionale che è l’opposto del puzzle. Segue un’unica opera a parete, che si compone di 36 piccoli quadri, raccolti a formare un alveare orizzontale, di una opacità e un pallore capaci di mettere inquietudine, come un cielo uggioso. Al centro di entrambe queste moderate geometrie, troviamo figure cosmiche, come piccoli pianeti colti nella propria orbita e che non si allontanano dal proprio ciclo perpetuo. La diversità si innesca, sembra, in questa ciclicità cieca, che protrae l’uguaglianza in maniera scientifica.
Il metodo dell’encausto riserva ottime possibilità, determinando un’armonia tra le parti che risulta alquanto riuscita. Si evince la ricerca di un’identità che appartiene all’artista e il ritrovamento di volumi e forme che lo caratterizzano pienamente, senza possibilità di errore. Eppure si ammette una deviazione dall’immagine ideale che si vuol raggiungere, come un difetto della propria pelle.
«La pittura di Domenico Bianchi affronta il rischio dell’incertezza dei punti di vista, disponendo un reticolo geometrico, modulare nella sua sensualità materica» dichiara Eduardo Cicelyn, padrone di casa orgoglioso. Un’incertezza che è matematicamente posta, come l’ostacolo lungo la traiettoria, capace cioè di determinare l’attrito, ma potendo così palesare la continuazione del moto.
Elvira Buonocore
Mostra visitata il 18 novembre 2016
Dal 27 ottobre 2016 al 9 gennaio 2017
Domenico Bianchi
Galleria Casamadre Arte Contemporanea
Piazza dei Martiri 58, Palazzo Partanna – Napoli
Orario: dal lunedì al venerdì ore 10,30 – 13,30 / 17 – 20, sabato su appuntamento.
Info: 081 193 60591, info@lacasamadre.it