18 giugno 2017

Finissage Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes Pan, Palazzo delle Arti di Napoli

 

di

«Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione».
Così si presentava Helmut Newton a quanti lo amavano e lo odiavano, difendendo con la provocazione che lo ha sempre contraddistinto il suo discusso lavoro e la sua ininterrotta ricerca di estetica oltre i limiti. Napoli si presta come terza tappa del progetto “Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes” ideato dalla storica compagna del fotografo June Newton, nonché presidente della Helmut Newton Foundation, e curato da Matthias Harder e Denis Curti.
La mostra ripercorre il lavoro che va dagli anni ’70 agli ’80, un periodo di transizione in cui Newton si reinventa e si apre al mondo della moda, scoprendolo, schiudendolo, conquistandolo e alla fine possedendolo. Le sale del PAN si trasformano nei tre grandi libri che lo hanno consacrato a essere uno dei più grandi fotografi di moda del secolo. Questa mostra però cerca di raccontare anche un Newton diverso dalle solite celebrazioni, presentando accanto agli scatti più famosi aspetti privati o forse ricercati. I libri scelti sono quelli che lo stesso autore ha curato e che presentano spesso scatti che non hanno visto la pubblicazione ma che erano scarti, retroscena dei set, provini o appunti per ispirarsi, fotografie che teneva ferme, come una memoria privata in un cassetto, sapendo che sarebbe arrivato il momento giusto per utilizzarle. Ne è un esempio lo scatto di una statua funeraria fatto negli anni ’70 e riutilizzato quattro anni dopo: stesso punto di vista e inquadratura per un ritratto ad Andy Warhol nell’intento di creare lo scontro/confronto tra l’icona pop immortalata in un contesto che richiama la pittura e la scultura classica. 
La storia che viene narrata in queste grandi opere, è quella di un fotografo innamorato della fotografia e innamorato delle donne. Tutte queste immagini sono il compendio della ricerca fortemente voluta da Newton che non è solo estetica, ma che ha anche forte valenza sociale, perché bisogna sempre ricordare che il suo lavoro è iniziato negli anni ’70, quando erano in atto forti cambiamenti che riguardavano uomini donne e comportamenti sessuali e lui ne è stato non solo testimone ma ne ha reso testimonianza.  Tra le foto in mostra se ne può ammirare in particolare una del 1973, commissionata da Vogue Francia per un impermeabile trasparente che non spicca per bellezza ma che è rilevante nella carriera dell’artista. Newton infatti non si lascia scappare l’occasione di proporre una donna nuda che passeggia sola per le strade francesi. Un nudo statico, che evidenzia proprio la poca confidenza dell’autore con questo linguaggio in questo ambito, ma si è davanti alla prima foto di moda che presenta un nudo integrale.
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Newton si affaccia alla moda in un momento in cui sono presenti grandissime figure della fotografia, tra cui Avedon e Klein, che in modo diverso avevano già contribuito a riscrivere completamente il vocabolario contemporaneo della fotografia di moda che non era più descrittiva e statica, smetteva di prestare attenzione al taglio dell’abito e alla qualità del tessuto. La fotografia di moda era allusiva, creava atmosfere e Newton all’interno di questa ricerca riesce a inserirsi e contribuisce alla riscrittura del contemporaneo con due input importanti. Il primo, l’inserimento del nudo non come semplice provocazione bensì come portatore di novità, di nobiltà, di sensualità e seduzione, mentre l’altro elemento fondamentale è il racconto che spesso prende spunto dalla cronaca, dalla vita quotidiana. Nella mostra è possibile ammirare parte della sua produzione dove ci sono sequenze di fotografie in cui per raccontare abiti maschili propone alle modelle di commettere degli omicidi. Si possono vedere foto in cui c’è la donna che accoltella alle spalle il suo compagno o che avvelena il marito ma in nessuna di queste foto c’è incitazione alla violenza. Newton nella vita come nella sua produzione era molo legato all’ironia e questo è forse è stato il grande segreto del suo successo, non ha mai smesso di creare divertendosi e facendo divertire. 
La mostra si chiude con immagini spettacolari che si riferiscono alla produzione Big Nudes. Il contesto è degli anni ’80. Newton è il fotografo più famoso del mondo conteso da tutte le riviste del mondo. La caratteristica di questa serie sono proprio i grandi formati che sono un altro grande contributo che l’autore ha dato alla fotografia: grazie a Newton, il grande formato entra nel mercato, prima di allora nessuno aveva osato la tiratura di simili formati. Le donne di Big Nudes accolgono i visitatori come delle amazzoni, alte, forti e muscolose, questo era la volontà di Newton: celebrare la potenza, la bellezza e l’autonomia delle donne. Come sempre il suo nudo non disturba non c’è mai nulla di volgare, non c’è mai niente di forzato, ma solo un grande omaggio alle donne.
Michela Sellitto
Mostra visitata il 25 febbraio
Helmut Newton, Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nude
PAN Palazzo Arti di Napoli
Via dei Mille, 160 – 80121, Napoli
Info: www.mostranewton.it
Orari: tutti i giorni, escluso il martedì, dalle 9.30 alle ore 19.30 

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