21 maggio 2016

Finissage Luigi Mainolfi, Il colore della scultura e la forma della pittura Galleria Paola Verrenggia, Salerno

 

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Come afferma Adorno nella Teoria estetica, nell’arte moderna il compito della forma è quello di mostrare che è proprio grazie a essa che l’opera, pur essendo una res tra res, si distingue dalle altre res. Questo significa pure che è sempre grazie alla forma che l’opera si dà intenzionalmente come qualcosa di caduco, rinunciando così a quella eternità e a quella bellezza che hanno caratterizzato l’arte tradizionale. È quanto troviamo nelle opere di Luigi Mainolfi (Rotondi, 1948) in mostra presso la Galleria di Paola Verrengia, lavori storici che permettono una lettura complessiva ed esaustiva della sua varia ricerca scultorea che, attraverso passaggi ed evoluzioni, ha saputo mantenere una visione coerente, incentrata sul valore primario della forma e della materia.  
Il percorso artistico di Mainolfi si colloca nell’ambito della Nuova Scultura ed è partendo da una sorta di rifondazione di questa che recupera la dimensione artigianale e manuale del lavoro, come l’uso della terra e dei materiali classici della scultura, quali bronzo, marmo e ceramica. «La scultura – afferma l’artista – nasce, si espande, si gonfia, si agita: vuole diventare un’onda, un vento, un vulcano, qualcosa di animato». Mainolfi, infatti, ha studiato pittura ma l’elemento privilegiato con cui lavora è l’argilla, la terra. Scrive in catalogo la curatrice Lea Mattarella: «Il suo è un costante lavoro di trasformazione della materia che non vuole rappresentare la natura, ma diventa essa stessa natura».
Luigi Mainolfi, Lavica (2015), Rosso bello (2015), Fuego fuego (2015), Fondo verde (2014)
Componendo una sorta di sinfonia di forme e colori, in un continuo scambio di ruoli tra scultura e pittura, Mainolfi ha voluto creare, per gli spazi della Galleria, una grande quadreria multicolore di terrecotte a parete, dove interviene sulla superficie appiattendo l’orizzonte scultoreo, mescolando e diluendo il colore dell’impasto materico. 
Ai suoi pannelli di terracotta, per tenere ancora una volta tutto insieme, affianca una grande installazione composta da 16 tele, supporti che Mainolfi utilizza per accogliere la terra che sembra calare sull’opera. Si tratta di un nuovo ciclo di opere dal titolo Polveri (2015), nelle quali «la polvere trova qui la sua dimora diventando segno, volume, superficie vibrante che si espande in movimenti e battiti». Così le sue opere raccontano la pelle della terra, riverberando un pensiero che si ispira alla Grande Madre, a quella divinità mediterranea che porta con sé il soffio della vita. Nella sua ricerca, Mainolfi ha progressivamente posto l’accento sull’impatto fisico e concettuale di una scultura che si fa simbolo di rinascita di una civiltà fondata sulla natura, sul vivente, sul mistero.         
Antonio Cocchia
mostra visitata il 3 aprile

Dal 4 aprile al 21 maggio 2016 
Luigi Mainolfi, Il colore della Scultura la forma della Pittura 
Galleria Paola Verrengia    
Via Fieravecchia, 34 – Salerno 
Orari: lunedì/venerdì 16:30 – 20:30; sabato: 10:30 – 13:00; 17:00 – 21:00
Info: info@galleriaverrengia.it  

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