Finissage Marco Romano, Congiunzione Tempo Infinito DAFNA Home Gallery, Napoli

Nel video, si svolge la reazione chimica di ossidazione tra l’ossigeno e i petali, che si consumano rapidamente. Sulle tele, disposte nello spazio in una fitta struttura scandita da elementi verticali, l’alone scuro della combustione rimane l’ultima impressione del fiore arso. Sottili pannelli di PVC scorrono su guide di legno, creando una sovrapposizione arbitraria di profili e colori floreali. Congiunzione Tempo Infinito – la prima personale di Marco Romano (1987) alla DAFNA Home Gallery – è la fase non conclusiva di un’indagine. La ricerca personale, ancora in corso, sulle connessioni che le forme instaurano nella costruzione della conoscenza, affiora tra la coerenza delle soluzioni estetiche e l’inquietudine delle venature incandescenti dei fiori. L’armonico attraversamento visivo agisce come la “medicina” lucreziana, facendo, del piacere poietico, creativo, un dolce dispositivo di verità. 

Così, le opere in esposizione, allestite in raccordo concettuale ed esperienziale, creano un ambiente coeso e presentano piani intersecati di decodificazione. «L’arte deve esprimere la realtà, innescando continue relazioni di significato», ha detto Romano. Il fiore è l’emblema da interpretare, una figura rappresentata in un gioco di riflessi tra supporti e, quindi, consumata, distorta, tradita. L’oggetto artistico, attraverso questo transfert mediale, diventa uno scomparso visivo, si realizza nell’ombra di se stesso come virtualità biodinamica. L’effimero per eccellenza viola il tempio sacro della durabilità e lascia la sua traccia nella compattezza dei materiali che, in questo modo, diventano diafani, sospesi nelle possibilità percettive dell’osservatore, ulteriore artefice del senso. È l’oggetto a visitare il soggetto e l’opposto, in un ciclo di perenne rigenerazione di sé e trasformazione dell’altro.  

mostra vistata il 25 marzo 2015