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“Unfolding”, a cura di Alessandra Troncone, è un progetto espositivo pensato dall’artista romano Matteo Montani per Caserta in tre tempi: una scultura nel vestibolo superiore della Reggia di Caserta, un wall drawing, con la tecnica della pittura a scomparsa, presso la Galleria Nicola Pedana e, infine, con la presentazione di un catalogo al Museo MADRE di Napoli, che documenta gli sviluppi e le trasformazioni visive e materiche cui le opere stesse sono state soggette.
Nonostante siano stati pensati in occasioni diverse, i tre momenti sono legati da un filo conduttore: la trasformazione della materia e della forma, il rivelarsi e il successivo scomparire dell’immagine in una dimensione conseguente, strettamente connessa. Ciò avviene sia nelle opere pittoriche che nelle sculture presentate per questa occasione. Una condizione di svelamento e un ritorno alla non percepibilità della forma in un “accadimento processuale” che predilige la temporaneità provvisoria e trascorrente della presenza e anche della negazione. Tutto si svolge sotto gli occhi curiosi dello spettatore, in un lento procedere cadenzato che implica un farsi e disfarsi dell’opera, tra uno svelamento e una regressiva negazione percettiva dell’immagine. Una scultura che, sciogliendosi lentamente, diventa un’opera bidimensionale, come pure accade per il lavoro pittorico che, con l’aiuto di un vaporizzatore, viene a evidenziarsi, per poi ritornare, qualche attimo dopo, allo stato primitivo dell’invisibilità quasi totale.
Matteo Montani, Unfolding, vista della mostra
Il lavoro nella Galleria Nicola Pedana, secondo una particolare tecnica già sperimentata da diversi anni dall’artista, consiste nel dipingere la parete della galleria, intesa come schermo catalizzatore, con strati successivi rigorosamente di colore blu, procedendo per abrasione delle parti. Come ci dice l’artista: «Una volta tirate fuori le figure, che dunque appartengono al muro, le ricopro con diverse mani di calce e latte cosi da farle scomparire e solo bagnando la parete queste riaffioreranno, per poi scomparire ancora, una volta che il muro sarà completamente asciutto». Insomma, una riemersione momentanea e lenta delle figure sottostanti prima della loro prossima scomparsa, una volta asciugata la superficie. Matteo Montani, dopo la serie dei paesaggi mentali sospesi tra l’idea e l’essenza, sembra che voglia indagare la temporaneità processuale del fare, in un proficuo colloquio tra l’apparire e il conseguente nascondere. Una temporaneità e un procedere provvisorio che accoglie la partecipazione e il coinvolgimento dello spettatore. In questo ultimo ciclo site-specific, la materia sensibile e i ricordi dialogano a stretto contatto in un intreccio di relazioni sensibili in cui un tempo trascorrente evidenzia momenti dell’uomo ridotto a essenza silenziosa e a flusso precario di memoria. Ciò che vuole fare l’artista è mettere a nudo l’uomo, l’essenza, la sua memoria temporanea, con un atto partecipativo di un nascondere per poi s/velare e rendere visibile. Nella parete alchemica, emetica e metaforica dello schermo assorbente ci svela la parte più misteriosa dell’uomo, quella in cui la presenza-assenza diviene mutamento, metamorfosi, azione e anche riflessione poetica.
Sandro Bongiani
Mostra visitata il 14 dicembre
Matteo Montani, Unfolding
Reggia di Caserta, Galleria Nicola Pedana
Piazza Giacomo Matteotti, 60 – 81100, Caserta
Info: gallerianicolapedana@gmail.com