Il desiderio di sperimentazione e la costante volontà dell’artista di mettersi in gioco, sono il motore di questa mostra curata da Chiara Pirozzi. Una serie di lavori inediti descrivono la ricerca degli ultimi anni condotta da Luigi Pagano (Scafati, 1963) che vede protagonisti l’utilizzo della carta come supporto e l’espressività materica dell’inchiostro di china. Caos e gestualità sono ciò di cui l’artista si serve per generare immagini capaci di far affiorare, alla mente dell’osservatore, figure e forme strettamente legate all’Io soggettivo.
Pagano usa la sua esperienza per scoprire sensazioni nuove, proponendo il risultato di un’intima relazione tra inchiostro e carta, una relazione fatta di attese, movimenti e sovrapposizioni. La china, assecondando le venature del carta, viene lasciata libera di nutrire la materia, in modo da guidare l’artista nella sublimazione dell’opera. «Nella mia arte vi è sempre un legame tra azione e segno», sottolinea Pagano, ricordando l’importanza, nella sua ricerca, della casualità, dalla quale trae sempre nuove forme, usando ciò che produce come punto di partenza per qualcosa di nuovo. «Suggerisco il recupero come forte spinta per l’invenzione. Io stesso spesso mi chiedo come posso utilizzare queste cose e trasformarle in altro», continua l’artista.
A testimonianza di ciò, una serie di pietre di carta presentano il gesto di scarto nel selezionare le chine da esporre, rispetto a quelle da cestinare. Queste ultime vengono congelate in un gesto performativo capace di restituire all’osservatore il momento in cui la materia subisce l’ennesima trasformazione diventando altro da sé, in termini di segno e significato.
Accanto alle cinque opere realizzate in carta di riso, sulle quali la traccia sul supporto predomina il gesto esecutivo, venti chine di piccole dimensioni su carta Fabriano nelle quali l’artista indaga la sperimentazione formale. La mostra vuole esprimere un rimando a tecniche tradizionali, offrendo allo spettatore diversi approcci e formati, dove si alternano la potenza del gesto esecutivo, l’inevitabile casualità della traccia, linee anatomiche e forme naturali, scenari onirici e sovrapposizioni di ombre. Sempre presente la componente astratta che rivela più o meno l’intenzionalità figurativa, spesso guidata dall’interazione tra inchiostro e supporto in ciò che la curatrice Chiara Pirozzi definisce «un racconto in bianco e nero di gesti lenti e di attese: l’attesa che l’inchiostro si fissi sulla carta esibendo se stesso.»
Tiziano Manna
mostra visitata l’8 ottobre 2015
Dall’8 ottobre al 5 novembre 2015
Luigi Pagano, Chine
Movimento Aperto
via Duomo, 290/C – 80138, Napoli
Orari: lunedì e martedì dalle 17 alle 19, giovedì dalle 10.30 alle 12.30, e su appuntamento