Nel lontano 1977 il Palazzo Reale di Napoli ospitò una mostra antologica dell’artista che all’epoca destò molto interesse benché la maggior parte delle sue opere non erano esposte.
L’artista morì nel 1982 nella sua casa ai Camaldoli a Napoli, si formò a Firenze e fu attivo a Milano, Venezia e Roma. Si espresse in un ampio arco temporale che va dal 1920 al 1970. A Napoli insegnò all’Accademia delle Belle Arti e in città fu portatore dello spirito delle grandi avanguardie europee senza però mai cedere alla dimensione localistica né alla piacevolezza, al mercato, all’oleografia. L’artista giunse a Napoli nel 1929, ma il suo arrivo non suscitò molto entusiasmo nell’ambiente accademico, chiuso a quel tempo a qualsiasi spinta di rinnovamento. La diffidenza però portò a dare maggior evidenza al valore didattico della sua azione. L’artista attribuiva un significato particolare alla trasmissione dei valori della cultura. Esercitò una funzione trainante per diverse generazioni di giovani che derivava da una costante disponibilità alla ricerca. Di Notte hanno scritto quasi tutti i maggiori critici del Novecento, da Ometti a Longhi. Le sue opere sono esposte nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e in Gallerie Civiche quali quelle di: Milano, Brescia, Firenze (Uffizi- Palazzo Pitti), Bologna e Cagliari. Il suo archivio fu acquisito dalla Fondazione Primo Conti di Fiesole. Una donazione dell’artista è il Museo Civico Emilio Notte di Ceglie Messapica, la cittadina pugliese dove nacque.
Il Catalogo edito da Electa Napoli con testo critico di Marzio Pinottini, storico dell’arte contemporanea e docente di Estetica all’Università di Torino.
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La gente antepone il proprio interesse personale al vantaggio collettivo; è proprio così... mi fa piacere di non essere l'unico a pensarlo.
Credo che sarebbe meglio fare il contrario: cioè lavorare per il bene della collettività, lasciando da parte le proprie ambizioni personali.
In sintesi: collaborare in amicizia e armonia, o almeno provarci: ah... che parole stupidamente sentimentali, vero?
No... è lo stronzo che vince... sempre...
Così va il mondo.
Ma lunedì non avevate detto che filtravate i commenti? Avete già cambiato idea? Ehehe! Confusi? O felici?
Cara Serena,
proprio perchè sei nuova di questo spazio web comprendo quanto hai scritto, ma permettimi di dirti che sei in errore.
Non certo perchè hai espresso un'opinione fuori dal coro, in questo credo di essere un antesignano ed ho ricevuto qui più insulti, attacchi e critiche io che un birillo al Luna Park.
Penso tu sia in errore se dici che in questo commentario non si possono esprimere liberamente i propri pensieri.
Prenditi un pochino di tempo e scorri indietro questo commentario anche solo di qualche pagina;
Ti accorgerai come questo sito sia invece l'apoteosi della libertà di espressione.
Qui la censura non esiste e, come immagino saprai, questo produce effetti pregevoli quanto disgustosi.
Vi è spazio per tutti, e anche gli idioti non mancano, conosciuti o non conosciuti.
Non allargare le fila per favore.
Ciao, Biz.
Devono essere gli effetti della Luna Nuova: ciclicamente accade, ed anche oggi è accaduto:
Sono assolutamente d'accordo con Janaz.
Il pregio di questo articolo e, conseguentemente, della sua autrice, è quello di avere utilizzato un'ammirevole dose di intelligenza per scriverlo.
Mi rendo conto che non per tutti è familiare questa parola, ma nessuno è perfetto.
Nella mia abissale ignoranza non conoscevo Emilio Notte, e capire qualcosa di lui mi ha aiutato molto più che ascoltare cosa qualcun altro avrebbe capito della sua opera.
Ringrazio la Signora Esposito che questa volta vedo benissimo assisa su una cattedra.
Non tutti lo sanno fare.
Ciao, Biz.
biz, hai scritto davvero tu questi commenti? ti piace questo articolo scopiazzato!?! incredibile!
E' proprio perchè ho letto il commentario che mi sono permessa di scrivere un mio parere. L'ho anche detto due volte che mi sono letta il libro degli ospiti prima di scrivere, signor Biz. Comunque rimango della mia idea sull'articolo. Si poteva fare di meglio, soprattutto con il catalogo dell'Electa a disposizione.
Cara Serena, o, se preferisci, cara Genny,
non posso che essere compiaciuto del fatto che resti della tua idea, questo ti fa onore.
Ma lo dici postulando un'ovvietà: "si poteva fare di meglio".
Si può sempre fare di meglio! soprattutto quando alcuni si sbracciano per abituarci al peggio.
Al Sig/Sig.ra Rete dico che non ha colto l'intelligenza dell'intenzione, ovvero del risultato, profusi da Manuela Esposito.
Scopiazzare?
Avrebbe potuto stupirci con effetti speciali, e invece ha parlato della storia personale dell'artista.
Ora, per quanto in Italia siamo abituati che ognuno racconta la propria verità, mi pare che quando si parla della biografia di qualcuno necessariamente gli scritti si assomigliano.
La vita di una persona è UNA.
E' idiota pensare che Manuela Esposito si potesse inventare qualcosa.
Per quanto cattedratica, non credo sia ancora espressione della Santa Trinità.
Ciao, Biz.
Ho letto l'articolo con interesse,e sono rimasta colpita dal modo in cui é stato scritto,era semplice,sintetico,ma allo stesso tempo é riuscito a dare un'immagine precisa dell'autore e delle sue opere,facendo venire a me che sono assolutamente digiuna d'arte la voglia di vedere questa mostra ...
Ho ritrovato per caso quest'articolo e colgo l'occasione per farti sapere che non sono assolutamente altri che Serena! Se la o il Genny che citi fosse del mio stesso parere e scriverebbe come me, non posso altro che pensare che è una persona intelligente. Piuttosto dubiterei di Rosa che potrebbe essere la redattrice stessa.
Che bello leggere dopo tanti giorni ancora commenti ad un mio articolo. Cara Serena non ho bisogno di nascondermi o di usare altri nomi... lei conosceva Emilio Notte prima del mio articolo? Buona Pasqua