È con sguardo acuto, attento e profondo, che Alessandro Cimmino, fotografo napoletano, milanese d’adozione (classe 1969) racconta da circa dieci anni la città contemporanea, alla continua ricerca di nuovi modi per rappresentarla, riproporla, interpretarla. Dagli esordi di Napoli Fotocittà, del 1997, Cimmino chiude un cerchio con il progetto MAY-DAY, realizzato appositamente per questa mostra e dedicato alla sua città d’origine. Le altre due serie che compongono questa piccola, ma densa mostra, CCTV e Matrix, danno conto del lavoro del fotografo dal 2001 ad oggi.
CCTV offre l’opportunità di uno sguardo neutro, proprio per questo assolutamente spietato, sulla città attuale, attraverso le immagini “rubate” alle telecamere di sorveglianza. Immagini che, per dirla con Cimmino, “sono in grado di costituire una trama di racconto così potente che –tutte insieme– sono capaci di restituirti un’ immagine riconoscibile della città”. Gli scatti in mostra sono scelti da una serie di oltre duecento realizzati tra Napoli, Genova, Milano, Lisbona e Londra.
La seconda serie, intitolata Matrix, presenta una serie di “patchwork urbani”: le facciate ripetitive, squallide delle nostre città, oppure un labirinto indistinto, palcoscenico urbano della disperazione e della solitudine contemporanee.
Le foto sono costruite attraverso montaggi di diversi contesti, a costruire la rappresentazione dell’indifferente serialità e della spaventosa densità urbana, a cui è restituita però una dignità visiva, quasi grafica, in forma di tessuto, di trama. Accade così che le immagini, costruite per raccontare lo squallore, diventino composizioni geometriche armoniche, come dei magnifici quadri astratti.
Ecco infine MAY-DAY, una serie di quattro fotografie notturne che raccontano una Napoli spettrale, figlia dell’iconografia ormai consolidata e retorica dell’altra Napoli, quella dei quartieri degradati, resa attuale attraverso l’artificio delle finestre “oscurate”, a suggerire uno stato di abbandono quasi post-bellico. Sono le immagini di “una città morta o bombardata, dove un evento catastrofico ha sterminato tutto”, come racconta lo stesso autore, con l’evidente intento di riallacciarsi agli ultimi fatti di cronaca che hanno riportato la “questione Napoli” nuovamente al centro del dibattito nazionale.
andrea nastri
mostra visitata il 27 gennaio 2007
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