Una indagine lunga, complessa e avvincente sulla figura di Giacomo Leopardi e sui suoi trascorsi nel capoluogo partenopeo. C’è questa ricerca alla base del progetto presentato da Eugenio Giliberti per lo spazio Intragallery a Napoli, scandito da dipinti di varie dimensioni che rimandano ai diversi indici dello Zibaldone del grande poeta. Quest’azione del “rimandare” non riguarda le problematiche del restituire o dell’invocare ma, piuttosto, l’idea di tradurre/trasferire.
I dipinti sono composti da una serie di forme geometriche modulari e colorate, che seguono meticolosamente l’ordine degli indici leopardiani e percorrono una sorta di traslitterazione da testo letterale a immagine visibile. La tecnica a encausto con la quale queste opere sono state dipinte aiuta fa in modo da generare, nella mente dell’osservatore, un’inconsueta e caratterizzante sensazione di ordine e armonia, dove colore, forma e contenuto convivono in maniera quieta e audace allo stesso tempo.
Eugenio Giliberti, indici.casa.volo, Foto di Dario Luongo
Lo studio leopardiano, durato diversi anni, si fa ancora più articolato nell’installazione volo di un omino giallo, una piccola scultura in cera che, disposta su un cerchio rotante, viene immersa in un ambiente buio e, quindi, illuminata tramite un cono di luce. Tutto ciò dialoga con un suono di fondo insistente, realizzato in collaborazione di due musicisti del conservatorio di Benevento, che produce un’ulteriore traslitterazione, dall’onda dei colori dello spettro visibile all’onda sonora.
«Nella sezione manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli sono conservati, tra le “Carte Leopardi”, alcuni fogli pieni di numeri vergati dal poeta. Sono gli indici con i quali Leopardi permette la lettura ordinata per argomento del suo Zibaldone di pensieri. Quei numeri mi avevano colpito ma, attratto da altri materiali di studio, non ne avevo colto il senso. Mi tornavano alla memoria come immagini e li pensavo animati da una logica matematica affine alle mie opere combinatorie. Partendo da questo “mal entendu”, ormai chiarito, ho realizzato una serie di quadri – dipinti involontari – in cui le cifre da 1 a (1)0 sono rappresentate da altrettanti colori che si dispongono in piccoli quadrati nella superficie della tela secondo l’ordine degli indici leopardiani», ha spiegato l’artista.
Il prodotto finale, allora, non è altro che lo stesso Zibaldone riplasmato in immagini, colori e, infine, in uno spartito. A dimostrazione che, attraverso un materiale intangibile come il puro pensiero, è possibile modellare una scultura, una pittura, una musica.
Emanuele Castellano
mostra visitata il 17 giugno
Dal 16 maggio all’11 luglio 2019
Eugenio Giliberti, indici.casa.volo
Intragallery, Via Cavallerizza a Chiaia, 57, Napoli
Info: info@intragallery.it
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 17 alle 20. Sabato su appuntamento