Storytelling in due puntate con voce narrante di
Tris Vonna-Michell (Rochford, 1982), alla prima personale a Napoli. Il percorso del giovane artista acquisito dal duo Paola Guadagnino-Marco Altavilla è già ben scandito dalle numerose performance realizzate alla Tate Triennal di Londra, al Köln Show presso la European Kunsthalle e da una personale al centro per l’arte contemporanea Witte de With di Rotterdam, a distanza di soli due anni dall’esordio alla Städelschule di Francoforte.
Il punto d’incontro fra l’artista dai presupposti formali fortemente concettuali e il pubblico è il momento del racconto. Parte così la prima puntata, dove tutti sono invitati a stare intorno al tavolo in galleria per vivere il senso della partecipazione, rimanendo coinvolti nel ritmo sincopato eseguito dalla voce scorrevolissima dell’artista. Sette minuti ripetuti per tre volte, con pause regolari. Un viaggio dal Giappone a Napoli passando per Torino, dove la fantasia si sbriciola con episodi reali vissuti da Vonna-Michell.
Sul tavolo, alcune pellicole non impressionate, qualche foglio di carta e 47 piccole foto che accompagnano la narrazione. Non sono però semplici visualizzazioni delle frasi dette in velocità, ma hanno quello scarto in più che le trasforma in un metronomo. Le mani veloci prendono una foto con un fiore in un vasetto, poi con una scheda telefonica, e gesticolano, descrivono; mentre, accanto, Miss L detta la traduzione italiana a Mister R.
Miss L e Vona-Michell parlano contemporaneamente, ma il risultato complessivo è quello di una sorta di ansia da comprensione per chi ascolta, con le due voci che si rincorrono. La storia parla random anche di un pesciolino e di una tartaruga, ma il contenuto è volutamente tenuto in secondo piano rispetto al suono, in quanto è il rapporto fra l’elemento tempo, lingua e contesto a interessare il moderno narratore.
La seconda puntata di
The Trades of Others prevede un ritorno in galleria, dove si trovano le diapositive dell’happening montate su proiettore e la traduzione del silente Mister R. Quel gap percepito durante la performance si avverte anche adesso, mentre le dia scorrono manualmente e l’audio della registrazione è asincrono.
Merito dell’operazione è portare la riflessione sul “fare arte”, sul contatto diretto con l’audience, che l’artista evidenzia spostando la questione dal puro marketing della produzione al ripensamento della sua funzione maieutica -quindi proprio attraverso il dialogo- all’interno del sistema codificato di musei, mostre e gallerie.
Nel futuro prossimo, di Tris Vona-Michell sono in cantiere un progetto realizzato per la Biennale di Berlino e una personale alla Kunsthalle di Zurigo.
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Ma com'è che tutte le mostre della T293 si assomigliano ? Ma non sarà sempre lo stesso artista a cui cambiano nome di volta in volta ?