Il termine poesia deriva dal greco poieo, un verbo concettualmente complicato da tradurre che, più o meno, sta per comporre, nel senso di generare qualcosa di materiale. L’arte poetica, campo d’applicazione per eccellenza della metafora, esprime quel legame profondamente umano tra concetto e oggetto, mentale e tangibile, ovvero, parola e cosa.
Ciò che di concreto pronunciamo insieme alle parole, è il problema al centro della svolta che ha orientato buona parte del pensiero del Novecento, da Ludwig Wittgenstein a Demetrio Stratos. Non è un caso, quindi, che la Poesia Visiva sia uno dei fenomeni artistici più significativi del Secolo Breve, rintracciabile già nelle sperimentazioni Fluxus e Dada, sviluppato dalle ricerche delle avanguardie postbelliche, grazie anche a un fitto dialogo internazionale, vitale ancora oggi.
“La scrittura visuale/La parola totale”, nell’ambito del Progetto XXI, è un progetto a cura di Giuseppe Morra in collaborazione con il MADRE. Un percorso che, tenendo conto dell’eredità storica e sedimentata, arriva fino alle contemporanee variazioni sul tema, inserite in Pre Post Alphabet, sezione curata da Eva Fabbris e Gigiotto Del Vecchio, dedicata alle ultime generazioni. Il programma è fitto di incontri e approfondimenti, coniugando momenti diversi, dalla mostra alla performance, nell’archeologia industriale degli ambienti del Museo Nitsch, surreali quanto basta per essere immersi nell’intrico narrativo di Napoli, nel quartiere storico dell’Avvocata, ma senza esserne travolti.
Gli appuntamenti sulla Poesia Visiva sono iniziati il 12 settembre, con il vernissage della mostra antologica sui più importanti artisti – con documenti e opere di Alain Arias-Misson, Julien Blaine, Jean François Bory, Carlo Belloli, Henri Chopin, Jiří Kolář, Jackson Mac Low, Franz Mon, Anna e Martino Oberto, Adriano Spatola, John Cage, Paul De Vree, Heinz Gappmayr, Bernard Heidsieck, Gerhard Rühm e Luca Maria Patella – e con la presentazione del libro monografico Arrigo Lora Totino, a cura di Renato Barilli e Pasquale Fameli.
Il piano interrato si trasforma in un libro paradossale, fatto di grafie, oggetti e suoni, nel segno ibrido della parola concreta. Tra installazioni e collage, cartoline e libri, le parole si insinuano nel mondo, creano gli oggetti e, a loro volta, sono formate dai materiali, in una sfida irrisolvibile tra concetto e rappresentazione. La mostra è esaustiva, totalizzante e disorganica, come anarchica è sempre stata, in fondo, la grammatica di questa poesia, i cui verbi coprono l’intero spettro delle azioni percettive, dal toccare al sentire. La curiosità imporrebbe di sfogliare le pagine di Words in progress, di Mario Diacono e Stelio Maria Martini, e del Dossier 25, dell’Institutum Pataphisycum Mediolanense, oppure vedere attraverso i fogli di plexiglas paralleli di Not Wanting To Say Anything About Marcel, di Daniel Charles, simili a uno specchio della mente, sulla cui superficie liscia si sovrappongono immagini, grafemi e definizioni.
Le performance vocali dello svedese Karl Holmqvist (1964) e della tedesca Natalie Häusler (1983), per la sezione Pre Post Alphabet, hanno chiuso la giornata, nell’ariosa terrazza affacciata sulle ombre ormai incombenti tra i palazzi, accompagnate dai suoni “altri”, vivificanti e diffusi dalla città indistricabile, oltre che dal rumore sottile delle forchette, presagio fisiologico della cena.
Mario Francesco Simeone
Mostra visitata il 12 settembre 2014
Dal 12 settembre 2014 al 12 ottobre 2014
Henri Chopin/Arrigo Lora Totino. Introduzione alla poesia visuale: uno scenario internazionale.
Museo Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d
80135 Napoli
Orario: dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00 / sabato: 10.00 – 14.00