Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Come suggeriva anni fa Massimo Troisi, la scelta migliore, a volte, non è ripartire da zero ma ricominciare da tre. Ed è da tre che la galleria Intragallery dà inizio alla nuova stagione espositiva, con la mostra “Three Triptych”, dal deciso ed elegante sapore britannico.
È evidente quanto la simbologia del numero tre abbia, da sempre, assunto un forte valore simbolico, dalle sue radici pagane a quello spirituale, e quanto sia fondamentale il suo ruolo nella storia dell’arte, declinato nella lunga tradizione del trittico. E, nella mostra curata da Marco Codognato, i tre artisti, David Batchelor (Dundee, 1955), Rachel Howard (Easington, 1969) e Henrietta Labouchere (Norwich, 1984) si confrontano sul tema, ognuno attraverso un personale approccio.
Tre artisti, tre generazioni, tre percorsi, legati però da una comune visione critica nei confronti del medium pittorico, spinti dall’intenzione di andare oltre la bidimesionalità. Fil rouge della mostra il legame tra segno, colore e materia che gli artisti hanno saputo abilmente mettere in dialogo all’interno del minimale spazio espositivo con il loro gioco tra emozioni, luci e atmosfera.
Il lavoro di Howard si concentra sulla ricerca di tutte le potenzialità del medium, non ponendo limiti o divisioni e figurando tutto come in un intero. L’aggiunta di pigmenti, oggetti o altro rientra nella ricerca, considerando la carica visiva e psicologica del colore. Le tre tele presentate, sono l’unione di tre momenti della pittura contemporanea, figurazione, astrazione e rappresentazione a parete di un oggetto tridimensionale, omaggiando Duchamp con una gruccia che ricorda ironicamente l’appendiabiti di Trap, del 1917.
Oggetti tridimensionali e colore sono alla base anche del lavoro di Batchelor che partendo da oggetti recuperati dall’ambiente urbano crea installazioni scultoree, ridonando loro una nuova vita e una nuova familiarità. Il colore è il cuore del trittico in mostra; tre vecchi lightbox pubblicitari, come quelli utilizzati per negozi e ristoranti, ripuliti e messi in verticale, danno vita a un’installazione dove i colori luminosi si riflettono sulla parete, permettendo allo spettatore, accolto all’interno di una saletta più buia, di percepirli solo attraverso loro.
Il processo artistico di Labouchere è caratterizzato, invece, da continue aggiunte e cancellazioni di segni, sfumature cromatiche e tracce di figurazione. Il lavoro in mostra si ispira ai tessuti dei kosode e ai paraventi giapponesi del periodo Edo. Dodici strati di colore, scelti come base, e allineati in sequenza crescente, si alternano ad altri strati di colla e, levigati come a sembrare cicatrici, creano massa e spessore, contrastando con la leggerezza dell’esposizione a parete.
Annachiara De Maio
mostra visitata il 28 settembre
Dal 29 settembre al 12 novembre 2016
David Batchelor, Rachel Howard, Henrietta Labouchere, Three Triptych
Intragallery
Via Cavallerizza a Chiaia, 57 – Napoli
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 20.00. Il sabato dalle 10.30 alle 13.00
Info: 081 415702 – info@intragallery.it