Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Un progetto artistico interessante e ambizioso quello di Mary Cinque (Napoli, 1979) che stavolta, nella sua “Une idée de Paris”, decide di confrontarsi con il genio dello scrittore francese Georges Perec. Non ci sono dubbi sul fatto che all’artista partenopea sia occorsa una certa dose di coraggio nell’intraprendere, consapevolmente, un confronto tanto impegnativo con Il tentativo di esaurimento di un luogo parigino. Tuttavia, superato lo scetticismo dovuto a una prima impressione, legata al carattere dolce e trasognato dei disegni, che poco si accorda con l’energica essenzialità del pensiero di Perec, il risultato di questo dialogo è positivo e incoraggiante.
In primo luogo, questo lavoro ha come perno centrale la giusta intuizione della curatrice, Chiara Reale, nell’aver creato un pertinente collegamento tra lo scrittore francese e l’artista campana, suggerito dalla comune osservazione dal vero, annotando le più piccole cose, come i gesti quotidiani e semplici delle persone, ma anche dalla volontà di catalogare ed “esaurire” i luoghi.
Nell’ottobre del 1974, per tre giorni consecutivi, Georges Perec, stazionando nei dintorni di place Saint-Sulpice, prese nota di tutto ciò che vedeva, in maniera compilatoria e catalografica. Allo stesso modo, Mary Cinque, ha scelto di recarsi, per la sua “registrazione”, nel centro storico di Napoli, zona che più le sembrava affine con quella parigina. Se le premesse per entrambi sono dunque le stesse, i risultati della ricerca risultano essere apparentemente molto diversi. L’intento di Perec era, infatti, quello di descrivere ‹‹ciò di cui normalmente non si prende nota, ciò che non si osserva, ciò che non ha importanza, ciò che succede quando non succede niente, se non il tempo, le persone, le macchine, le nuvole››.
I disegni di Mary Cinque hanno, invece, un soggetto sempre chiaro e ben definito, frutto di una scelta consapevole e non casuale, che si focalizza soprattutto sulle persone. ‹‹Molte di queste sono turisti, persone di passaggio, lo si intuisce dal loro abbigliamento leggero e da un’attitudine svagata. Mi colpisce l’osservazione di una persona che non è del posto ma che lo sta vivendo per la prima volta. Mi soffermo su quello che il turista vede e che noi non vediamo più” afferma l’artista. Quest’apparente differenza di risultati nasconde, in realtà, il senso più profondo della ricerca, perché gli stranieri colgono di una città tutto quello di cui gli abitanti non si accorgono più per via dell’abitudine. Ecco, dunque, rivivere il concetto de ‹‹la realtà è uno sguardo che cambia›› di Perec.
Anche nella percezione della resa dello spazio, attraverso i suoi disegni su carta, Mary Cinque resta fedele allo scritto francese, amplificandone ulteriormente l’effetto di straniamento e spaesamento. L’artista, che da sempre utilizza materiale riciclato, questa volta ha scelto come supporto una Grammatica francese per italiani del 1953, i cui fogli sono disposti alla rovescia in modo da escludere qualsiasi forma di orientamento semantico. ‹‹Le pagine della grammatica – sottolinea – sono state scelte in base allo spazio bianco che presentano, oppure, in base alla presenza di scritte fitte, in modo da creare un pattern grigio che non disturbi il mio disegno. Non trovo mai la pagina perfetta – conclude l’artista – per via della velocità con cui disegno, ma ogni volta mi stupisco del rapporto che, a volte, inconsapevolmente, si crea tra il supporto e il soggetto rappresentato, come nel caso di uno scorcio del Conservatorio di San Pietro a Majella “capitato” proprio su una pagina in cui erano già presenti delle note musicali. Credo, per questo, che nel mio lavoro nulla avvenga per caso››.
Anche se siamo lontani dall’inquietudine generata dalla disposizione grafica delle parole all’interno del testo di Perec, Mary Cinque ce ne offre comunque una visione personale, coerente con il suo percorso artistico e per questo autentica.
arianna piccolo
mostra visitata il 20 gennaio 2015
Dal 20 gennaio 2015 al 14 febbraio 2015
Mary Cinque – Une idée de Paris
A cura di Chiara Reale e Lara Carbonara
Institut Français
Via Crispi 86 – 80121 Napoli
Orario: dal lunedì al venerdì ore 10 – 14,15/ 15,15 – 18.
Ingresso: libero
Info: tel +39081 669 665 ; email: www.institutfrancais-napoli.com