A Capodimonte la Pop Art s’intreccia con l’Informale nella nuova mostra di
Albert Oehlen (Krefeld, 1954; vive in Svizzera e a Las Palmas). I colori si mescolano sulla tela come fosse una tavolozza. I manifesti pubblicitari, o parti di essi – spesso rielaborati al computer – fanno da sfondo a libere composizioni di colori e grafica, di geometrie e scritture. Oehlen invade, con la scansione geometrica di dieci enormi tele d’identiche dimensioni – lavorate nei due versi, verticale e orizzontale -, la nuova sala ipogea da qualche anno ricavata al di sotto del terzo cortile della Reggia. Il risultato è un interessante ciclo di lavori, interamente datato agli ultimi mesi del 2008, realizzato ad hoc per quest’esposizione.
In opere come
Mujer, la pubblicità di un modello femminile di tuta da immersione subacquea, con marchio ben riconoscibile, viene sagomata al computer, stampata su carta, applicata sulla tela e ricoperta da colori purpurei, rendendo tangibile la suggestione di un ritratto senza volto, che prende corpo a prescindere dalle tecniche di realizzazione. A essa ovviamente si accompagna e si affianca quella di un
Hombre, dalle stesse caratteristiche “compositive”.
L’utilizzo del collage nell’opera di Oehlen fa pensare al nietzschiano concetto di “
eterno ritorno”, ovvero a un riemergere delle atmosfere delle sue prime opere, in cui l’artista operava libere sperimentazioni materiche sulla tela insieme all’amico di sempre – fino alla sua precoce scomparsa –
Martin Kippemberger.
Ma è il passaggio evidente compiuto dall’artista tedesco con questi lavori – la chiara apertura, cioè, al tipico linguaggio della Pop Art, mediante l’utilizzo delle
affiche pubblicitarie – ciò che sorprende i visitatori più attenti della mostra. Anche se, in realtà, si tratta di un passaggio annunciato dalle opere degli ultimi anni, in cui spesso comparivano elementi pittorici figurativi ben delineati e chiaramente riconoscibili, come una colonna classica o un toro spagnolo. E, a proposito di Spagna, questa mostra rivela quanto il teutonico artista abbia scelto in Las Palmas, nelle Isole Canarie, la sua seconda patria. Tutto in questa mostra parla infatti spagnolo, dai cartelloni pubblicitari applicati sulle tele alle esplosioni cromatiche che le ricoprono.
D’altronde, come non condividere la scelta se, proprio a Las Palmas, l’artista potrà godere della vista di magici tramonti seduto in Woermann Plaza, progettata con la sua consulenza artistica?
Visualizza commenti
Complimenti a Luciano Romano per le foto che sono bellissime.