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Disperso tra impasti di colore, trascinato da venti omerici, l’inabissarsi dello spirito approda alle derive della logica, dove tutto ciò che rimane incontra il conforto riposante della terraferma. Seguendo le linee contorte dei legni spiaggiati, viaggiatori erranti dalla meta smarrita, si entra nel vivo della dimensione del naufragio, come interpretata da Antonio Barbagallo. La ricerca di queste “Cronache da un naufragio” dà il nome alla sua personale presso Movimento Aperto, la galleria di Ilia Tufano situata nel centro storico di Napoli, in via Duomo. L’esposizione, che presenta due trittici corredati da due legni-scultura e un dipinto con colori mordenti, traccia un’ulteriore evoluzione del lavoro dell’artista campano, attivo sin dagli anni Settanta con sperimentazioni di tipo materico informale e astratto. Gli impasti terrosi e i pigmenti segnano una costante indagine sul passato, su ciò che resta della memoria e della sua inevitabile situazione frammentaria che, in questo caso, si materializza nei nodosi e ritorti ritrovamenti donati dal mare. La stratificazione del colore ricrea le increspature nervose della tempesta, un turbine che culmina nella presenza incombente di un nero che non lascia scampo, profondità assoluta nel perdersi delle coscienze.
Sopravvivere al naufragio è un atto di coraggio e resistenza, il cui esito è totalmente demandato all’intervento del fato. Impossibile non leggerne i segni indelebili nell’incontro con i Piccoli naufraghi di legno, uniti a formare un equipaggio, a rimarcare come, nell’insieme delle forze, si possa trovare uno spiraglio di salvezza. Le differenti identità di ognuno sono assimilate negli stracci colorati in cui sono avvolti, legati stretti da uno spago. In quella corda sottile risiede il filo d’unione da cui scaturisce il seme della sopravvivenza. La mostra è la cronaca della perdita di rotta nell’incostante svolgersi dell’esistenza, sopraffatta dal mare nella sua potenza consolatrice, minacciosa, che è culla e sepolcro ma anche germinatrice di vita. Soltanto in quel legame profondo con il sé si riemerge. L’azione sospesa in quel Mare che avremmo traversato, titolo di alcune delle opere, demanda la scelta decisiva alle singole volontà legate nell’unione semantica del “noi”. Come ancora sottolinea Simeone: «Le parole richiamano legittimamente alla contemporaneità, i naufraghi assumono altre fattezze, descrivono eventi traumatici che solo l’uso simbolico può traslare in una dimensione narrativa e vitale. Il reale si reinventa nell’ipotesi di nuovi approdi».
Annapaola Di Maio
mostra visitata il 4 aprile 2016
Dal 22 marzo al 15 aprile 2016
Antonio Barbagallo, Cronache da un naufragio
Movimento Aperto
Via Duomo, 290/C – 80138, Napoli
Orari: lunedì e martedì dalle 17 alle 19, giovedì dalle 10.30 alle 12.30, e su appuntamento
Info: 333 2229274 – ilia.tufano@libero.it