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fino al 15.IX.2003 | Jeff Koons | Napoli, Museo Archeologico Nazionale

di - 19 Giugno 2003

L’esposizione è stata allestita nelle stesse sale che l’anno scorso furono restaurate per ospitare la personale di Francesco Clemente.
Questa volta alle quattro sale non sono state destinate soltanto poche tele di grandi dimensioni, ma un’importante installazione e un discreto numero di quadri e sculture, tutte di rilievo, attraverso le quali è possibile (a differenza di quanto avvenne con la mostra di Clemente) farsi un’idea precisa della multiforme attività di Jeff Koons.
Ciò che salta agli occhi è la componente ludica non solo delle iconografie scelte (come per il grande “Cane palloncino”, la grande installazione della sala centrale; il “Coniglio”che ritrae un coniglio gonfiabile; il “Trenino d’acciao”…) ma anche, e soprattutto, dell’approccio che alcuni dei lavori richiedono per essere compresi.
Tutte le opere in mostra, infatti, si impongono per la loro sfacciata chiarezza comunicativa perché fanno riferimento a quella fantastica atmosfera di cui è circondato il mondo dei giochi infantili, in cui la realtà e l’immaginazione si sovrappongono e si confondono.
La fase del gioco è un periodo della crescita fondamentale nell’educazione infantile. Tutti abbiamo attraversato questa fase, così nella realtà del gioco Koons sembra aver trovato una dimensione in cui tutti possono comprenderlo o semplicemente interagire con lui. Nel gioco i bambini (Koons stesso ha dedicato questa mostra a suo figlio, nato dall’amore tempestoso con la pornostar Cicciolina) mettono in scena cose che nella realtà appaiono impossibili, ma che sono capaci di suscitare emozioni più forti che nella vita quotidiana.
Solo in questo mondo è possibile, infatti, che un vigile parli con un orso gigante o che un maiale sia trascinato insieme da un bambino e da alcuni angioletti, così come sembra possibile soltanto in una Disneyland o in un gigantesco parco dei divertimenti che si possano realizzare monumenti… ai palloncini.
Anche le opere che forse maggiormente si addicono all’ambiente d’un antico museo, come il busto di “Luigi XIV” o quella della seicentesca “Fanciulla italiana”, per la lucentezza dell’acciao inox con cui sono realizzati, sembrano essere più che il calco di capolavori barocchi, l’ingrandimento di modellini per bambini.
Il riferimento di Koons al mondo dei giochi infantili può avere una particolare efficacia in un paese come l’Italia dove la struttura sociale tende a prolungare l’nfanzia e a ritardare l’assunzione di responsabilità dell’età adulta. Meno efficaci appaiono le grandi tele, che tradiscono il loro diretto riferimento alla pittura degli artisti della Pop-Art.

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Jeff Koons
Napoli, Museo Archeologico Nazionale – Piazza Museo 19
Orari: tutti i giorni 9.00 – 19.30; chiuso il martedì.
Ingresso: la visita alla mostra è compresa nel biglietto per il Museo Archeologico di Napoli Intero € 9; ridotto a 5.75 per i cittadini dell’Unione Europea con età compresa tra i 18 e i 25 anni; gratuito per i cittadini dell’Unione Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni.La mostra rientra nel circuito ARTECARD
Informazioni: 848800288; per i cellulari 06 39967050
Catalogo: realizzato dalla Regione Campania


[exibart]

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