Non avevano dimenticato la paura del terremoto del 62 d.C. gli abitanti della Campania Felix, che all’evento tellurico pensarono, quando udirono il boato del Vulcano che si risvegliava e faceva improvvisamente calare su di loro una pioggia fitta di lapilli infuocati, di pomici roventi e di sassi accesi. Improvvisamente scese la notte, non “però come quando c’è la luna e il cielo è ricoperto da nubi, ma come la luce spenta in ambienti chiusi”, così la descrisse Plinio il Giovane. Il buio, il boato, il frastuono, i pianti disperati e le urla degli uomini riecheggiano all’ingresso della mostra.
Le immagini dell’eruzione sono drammatiche e l’angoscia di quei momenti aumenta
Un orientamento inedito dell’archeologia, questo relativo agli aspetti individuali all’interno del dramma collettivo, che è possibile grazie all’abbondanza e alla varietà dei reperti dell’area vesuviana: 11 calchi, 30 affreschi, 10 sculture, 500 preziosi monili, 200 oggetti di uso comune, legni e una cassaforte di bronzo e ferro. In anteprima sono esposti i ritrovamenti delle recenti campagne di scavo condotte nel suburbio di Pompei, in località Moregine, e quelli della Villa 6 di Terzigno. Dialogano continuamente con la collezione della prestigiosa sede espositiva questi reperti e la completano, come nel caso della sala dedicata alla Villa dei Papiri di Ercolano, dove è esposta la Famosa Testa di Amazzone.
Una mostra di reperti archeologici dell’Antichità generalmente suscita ammirazione; l’antichità è presentata come modello di civiltà. Ad Atene e a Roma i monumenti furono costruiti e frequentati da uomini comuni, dei quali non c’è più traccia, parlano solo attraverso la realizzazione della loro fatica.
Nelle città vesuviane la magia svanisce nei 2000 corpi ritrovati, oggi come allora;
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UNICA!!sensazionale l'impatto visivo con l'istallazione filmata della ricostruzione della pompei negli istanti appena precedenti all'eruzione del vesuvio.suggestiva l'idea di lasciare dei calchi delle vittime all'interno del percorso espositivo.La pompei ritrovata si insinua silenziosamente tra le statue neoclassiche del museo,per non parlare della sala oscurata in cui sono conservati i resti (oggettistica e altro) che testimoniano la rigogliosità di quel tempo.ci voleva!
E' vero, l'impatto con le immagini multimediali che accolgono il visitatore è affascinante e allo stesso tempo incutono ansia, ma l'esposizione è carente da più di un lato...manca di comunicazione, e di sicurezza soprattutto, è vero lasciare i calchi in giro per le scale è scenografico ma può essere dannoso per i calchi, nei primi giorni espositivi hanno lasciato alcuni reperti tra cui una testa di amazzone con seri problemi conservativi senza protezione,le diadascalie sono solo in italiano e alcune schede hanno un linguaggio non idoneo al grande pubblico,infine la sicurezza del visitatore:una turista francese (davanti ai miei occhi) ci ha quasi rimesso il ginocchio nella sala dei calchi a causa dell'abbassamento delle luci e di una pedana letteralmente assassina!!
Secondo me la ricerca dovrebbe proprio trattare sull'eruzione del Vsuvio, della copertura di lava delle città di ercolano e Pompei e su come esplose il vulcano, non in generale tutto; delle parti più approfondite e altre parti meno.
Vorrei sapere se quello che ho detto è saggio ho se invece non serve a niente.
Mi potete mandare, poi, qualcosa in particolare sull'eruzione del Vesuvio che coprì le città di Ercolano e Pompei?
Arrivederci e grazie per la risposta.