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fino al 15.VI.2003 Kevin Francis Gray Napoli, Galleria Changing Role
napoli
Bello è certamente un manto abbagliante di swarosky, forte una vernice rossa sulla pelle, caldo è il cuoio sull’acciaio. Non c’è dubbio! Ma ne siamo certi fino in fondo? A guardare bene, a guardar dentro niente è bello o piacevole come sembra…
di Valeria Cino
Il lavoro di Kevin Francis Gray è assolutamente “epidermico”; stabilisce un contatto immediato poiché stuzzica il piacere della vista. E si resta abbagliati, stupiti, immobilizzati.
Il rischio che si corre è di non vedere altro che la superficie delle cose: la pelle, quel vestito sensibile e ingannevole con cui spesso la vita nasconde il vero, il senso. Un rischio che Gray vuole correre fino in fondo negli swarosky luccicanti dei suoi cani che, disposti a cerchio, latrano l’uno contro l’altro, immobilizzati nell’attimo prima di afferrare una preda, ma essa è già scomparsa lasciando lì, impietrita, la rabbia, la volontà, il desiderio della caccia.
Ed è forse proprio il desiderio una delle chiavi: quello che l’artista suscita in noi nei colori, nella materia preziosa. Ed esso è tanto più forte quanto più lontano o irraggiungibile. Come la preda sottratta ai cani o gli strumenti musicali della pop band. Come la batteria ricoperta da uno strato di pelle marrone di cui non si vedrà più l’acciaio luccicante, né si sentirà più lo sbattere dei piatti, ma un rumore sordo: la musica senza il suono.
Tutto urla “lo voglio!” Anche la vernice rossa delle ragazze della band o i loro gesti esasperati. Tutto sembra bloccato, concentrato nell’attimo in cui l’arco trattiene fino alla massima tensione la freccia. Ma l’artista impedisce a noi (arcieri) di scoccare, lasciandoci un senso di vuoto enorme.
Il lavoro suscita in noi un desiderio e poi lo sottrae. In realtà il meccanismo messo in atto dall’artista è più familiare di quanto sembra, proprio per questo ancora più inquietante. E’ lo stesso che quotidianamente subiamo attraverso la pubblicità, la moda e l’arte stessa; qualcuno decide cosa desiderare, qualcuno veste di cristallo qualcosa e non importa cosa, l’importante è amarla e possederla.
Così del glitter nero e il marchio di una scarpa Nike vestono la figura di un giovane uomo che sta per iniettarsi probabilmente una droga. Hanno largo consumo, sia quest’ultima che quelle scarpe, in una società “decadente” e kitsch in cui la violenza si accompagna spesso al desiderio e al piacere.
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Via Chiatamone 26 (adiacenze riviera di chiaia)
Orari da martedì a venerdì 10 – 13,30 / 16,30 – 20 sabato 10 – 13,30
www.changingrole.com
infogallery@changingrole.com
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