Da un’impronta digitale impressa sulla terracotta o ridisegnata sulla carta, Penone decifra l’intero universo della natura attraverso i suoi materiali più “poveri”: il legno, la terra, il bronzo. Siamo magicamente immersi in una dimensione reale in cui l’estensione del corpo umano si integra in quella del corpo vegetale, oltre ogni limite del pensiero. Da sempre la poetica dell’artista media il passaggio dalla sensazione al “sentimento” al fine di chiarire il significato e il valore di un’indagine conoscitiva sulla natura “naturale” attraverso l’immersione nell’ambiente.
La corrispondenza spirituale tra uomo e natura è fondata sul linguaggio dei segni impercettibili della crescita, il tracciato degli anelli del tronco di un albero, visto in sezione, è uguale all’intrico dei segni di un’impronta digitale. In una fisiologia di tipo simbolico, ogni attenzione è rivolta alla forma degli organi, non
Lo spazio viene concepito da Penone come un campo di forze e non come una relazione di grandezze. Questa concezione “organica” dell’ambiente gli permette di realizzare un arte che non si manifesta nella forma ma nella capacità di interagire con il pubblico. La scultura si carica di significati mitologici, in essa è ancora viva la presenza creatrice dell’artista, la sua energia vitale. Egli non considera tanto gli aspetti esteriori della realtà ma i ritmi interni di aggregazione e sviluppo: il principio fondamentale è che la struttura deve essere naturale come una crescita.
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