Il primo quesito che salta fuori nel voler approfondire l’opera di Tobias Zielony (Wuppertal, 1973) riguarda il punto di vista attraverso cui leggere il suo operato artistico. Il lavoro del fotografo tedesco, selezionato per il Padiglione Germania della prossima Biennale di Venezia, si concentra, in particolare, sulla narrazione di storie di giovani adulti e adolescenti che abitano la periferia del mondo, ai margini della società.
Il reportage, attraverso una visione lucida, obiettiva e distaccata della realtà rappresentata, è la prima chiave di lettura che si può applicare ai video. Senza alcun compiacimento o coinvolgimento emotivo si è, dunque, spettatori esterni di situazioni limite. Il secondo filone interpretativo è quello della denuncia sociale, legata anche a un tipo di riflessione politica ed economica. Infatti, in occasione di vari incontri, l’opera di Zielony ha costituito l’occasione per interrogarsi su quale potesse essere il possibile ruolo dell’arte nell’ambito del recupero delle realtà marginali. Infine, si sono valutati i lavori sotto il profilo meramente estetico, paragonandoli, ad esempio, ad alcuni film di David Lynch per la stranezza surreale delle immagini e per l’atmosfera onirica e angosciosa suggerita da alcune sequenze, grazie soprattutto al montaggio che segue una velocità diversa dal reale.
Per Dream Lovers, la terza personale italiana di Zielony, presentata alla Galleria Lia Rumma di Napoli, sono stati proiettati parallelamente i film che l’artista ha realizzato tra il 2008 e il 2014, esplorando, così, la marginalità da un capo all’altro del mondo, da Ramallah a Los Angeles, abbattendo ogni sorta di accezione geografica che possa in qualche modo circoscrivere e limitare il concetto di periferia. La vita degli adolescenti in un ambiente degradato, la prostituzione e la clandestinità rappresentano solo alcune delle tematiche tracciate all’interno dei video Vele di Scampia, Big Sexyland, Manitoba, Der Brief, Danny, The Street, Al-Akrab (The Scorpion) e Kalandia Kustom Kar Kommandos.
Quello che emerge, osservando le opere nella loro totalità, al di là della ricerca di una possibile etichetta interpretativa entro cui inserirle, è soprattutto una domanda: è possibile vivere in condizioni così estreme? Tobias Zielony ha sicuramente fornito la sua risposta.
Il buio della Galleria, interrotto dalla sola luce dei video proiettati sulle varie pareti, conduce sul fondo dell’abisso scandagliato dall’artista. Gli individui ripresi, come le creature che vivono nelle più elevate profondità marine, si sono adattati alla vita in un ambiente inospitale, adoperando ciascuno una diversa strategia di sopravvivenza. Nell’ambito di questo adattamento, è notevole il fatto che uno degli elementi che accomunano i soggetti ritratti, a prescindere dell’età, del sesso e dell’ambiente in cui vivono, è l’uso che essi fanno della luce artificiale. Quasi a voler porre rimedio alla mancanza di quella naturale, intesa come speranza, fede, fiducia. Le luci colorate di plastica, impiegate da una prostituta per attirate i suoi clienti, le luci neon e laser dei gadget venduti ai turisti dai giovani rifugiati del Bangladesh, gli abiti luccicanti bluastri delle quattro giovani donne di Ramallah, i fuochi d’artificio di Scampia. Esplosioni fluo che irrompono nel grigio indistinto di una condizione d’attesa, mentre si aspetta che arrivi il momento della vita vera.
Allora, è possibile adattarsi allo stato di “periferia del mondo”, non importa se manca l’ossigeno e si è sottoposti a una pressione che schiaccia, a patto che, come le creature marine fluorescenti, ci si adoperi nel trovare una qualsiasi fonte di luce alternativa. Almeno per orientarsi nel buio dell’abisso in cui ci si ritrova.
Arianna Piccolo
mostra visitata il 19 febbraio 2015
Dal 19 febbraio 2015 al 16 marzo 2015
Tobias Zielony, Dream Lovers
Galleria Lia Rumma
Via Vianella Gaetani 12 – 80121- Napoli
Orario: martedì – sabato: 11-13,30 / 14,30-19; lunedì su appuntamento