E’ stata una chiacchierata con Clara Rezzuti a rendermi partecipe del suo percorso artistico incominciato negli anni Cinquanta. Diplomata al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti è presente da oltre quarant’anni sulla scena artistica nazionale ed internazionale; dalla prima personale del 1967 alla Galleria d’Arte “San Carlo” a Napoli fino ad oggi, l’artista ha interpretato in maniera vivace ed ironica la complessa e sofferta condizione femminile nel mondo contemporaneo.
L’esposizione comprende opere di pittura, tecniche miste e installazioni a partire dagli anni Cinquanta, realizzate con un linguaggio molto originale. Un viaggio che, partendo dalle rappresentazioni di paesaggi e nature morte, approda, negli anni Sessanta, al neodada e all’informale pur conservando una sensibilità tutta femminile nell’interpretazione di un mondo concepito come un gioco, bello e crudele allo stesso tempo.
Nel ciclo Interni magici ,dei primi anni ottanta del Novecento, significativa è l’opera Foto di gruppo nella quale la rappresentazione di sette donne diverse ma tutte con il capo coperto da enormi e stravaganti cappelli recanti i simboli della femminilità, altro non è che la personificazione dei diversi modi di essere “donna” dell’artista stessa. Il gioco, la costrizione, la fantasia, l’amore, il dolore, il ricordo, tutto è interpretato con una vena magica e fiabesca propria dell’artista.
Clara Rezzuti crea a soluzioni scenografiche ed ambientazioni teatrali nel Monumento bianco del 1980, attraverso un trattamento originale delle immagini, utilizzando l’assemblaggio e il bricolage per esprimere in maniera giocosa la sua emotiva adesione al mondo femminile che è allo stesso tempo denuncia di problematiche esistenziali. Opere senza tempo, dipinti e oggetti che comunicano con una sottile ironia, a metà strada tra fiaba e realtà, la difficile condizione della donna.
Ramona B. Cuocolo
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