Multifunzionale ed estremamente versatile. L’uso del video come medium è entrato nella cassetta degli attrezzi dell’artista fin dalle prime sperimentazioni degli anni ’60, ma in questo caso Adriana Rispoli e Eugenio Viola aprono una particolare
Camera con vista.
Dalla
fenestrella il panorama è quello degli artisti napoletani. Nella ex-sala conferenze riconvertita in video-room si susseguono diciotto video, preceduti da una postazione pc, dove gli stessi si vedono in autonomia. State comodi per un paio d’ore, senza cercare un filo conduttore nella tematica delle opere, perché del resto non servirebbe a partecipare al gioco di incastri che l’approccio soggettivo al video determina.
Risultati e regole che cambiano se, come
Vedovamazzei, l’occhio che registra è quello piccolo e a bassa definizione del cellulare. Un viaggio lungo la
Route66, mitica highway che collega Chigaco alla California, è documentato da spezzoni di paesaggio macchiati di colore, al suono di
Get Your Kicks On. Route 66 di Nat K. Cole. Un tragico videogame per
Sebastiano Deva:
Killing Picasso, ucciso dalle proprie opere, un’ossessione quasi catartica. Da cui è immune
Iabo, al contempo fuori e dentro l’opera, artefice ed eroe
creattivo, protagonista di un’epica lotta contro
Batt’e man, portatore sano di iella.
Con Iabo si passa alla videoanimazione, cambia quindi la tecnica utilizzata e l’attenzione è su Napoli, nell’ambivalenza interpretativa di “Batman” pronunciato con l’accento partenopeo, e nel carillon di
Moio&Sivelli, che ironicamente ci “girano attorno” alla rotatoria smista traffico di Ponticelli in periferia, inutilizzata fontana di
Daniel Buren. Scenario suburbano con corredo trash per
Pennacchio Argentato: è l’Italietta che balla il twist noncurante dei cumuli di’immondizia, mentre con il taglio documentaristico di
Donatella di Cicco la famiglia di emigrati meridionali a Brooklyn dimentica senza troppi rimpianti il suono della madrepatria, forse proprio quella abbandonata della città fantasma di
Apice di
Antonello Matarazzo.
Rimangono in una dimensione criptica le passeggiate di
Giovanni Calemma e
Mariangela Levita e la messa in scena dell’avvento dell’ennesimo imperialismo di
Maurizio Elettrico, mentre uno spazio ipnotico dedicato al citazionismo – ossia
found footage – cattura
Franco Scognamiglio nel vortice Terra-film di
Kubrick.
Marinella Senatore scala la playlist costruendo una fiabesca storia e impiantandola sul musical. Momento di elettronica con
Bianco-Valente e
Mass, che compiono un’indagine
bivalente sul rapporto tra natura, scienza e artificio tecnologico nell’era del “post-organico”.
Infine, un evergreen del ’99 è
Ciao Bucchì: presa diretta su vita e opere di
Betty Bee, la
Carol Rama di Napoli. Sessualità violenta, educazione repressiva e inibitoria, diversità si trasformano da elementi problematici a stimolo per fare del proprio corpo un’opera d’arte.
Coming soon con l’intera sala dedicata:
Giulio Acampa con
Ramp il prossimo 24 novembre.
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che schifezza, che schifezza, che scchifezza
mi sembra un progetto insulso
giorgio e andrea....non soffrite troppo!!!pensate alle vostre schifezze che di sicuro ne avrete accumulate tantissime, visto che sentenziate con tanto ardire!
pan allo sfascio totale, davvero imbarazzante, selezione alla cieca.