La Galleria A01 conferma la sua vocazione per il collezionismo d’avanguardia con il nuovo progetto espositivo voluto dal direttore Giovanni Antignani, “Trasmografies”, raccolta di opere dell’artista iraniano Navid Azimi Sajadi, a cura di Marina Guida. La ricerca di Sajadi, che ha vissuto molti anni tra l’Iran e l’Europa, si contraddistingue per un sincretismo tra la cultura orientale e quella occidentale, partito da Teheran verso l’Europa subito dopo aver frequentato la Facoltà di Arte e Architettura, è entrato in contatto con città come Roma, dove ha studiato pittura e scultura multimediale all’Accademia di Belle Arti. L’artista ha poi esposto a Bologna, Dubai, Teheran, Istanbul, New York, Londra e poi ancora a Roma, presso la Galleria di Massimo Riposati e Mario Ugarelli, PH7. L’esposizione è fatta di disegni preparatori, studi, bozze e tavole in cui spesso mortificata è la figura della donna, che dall’utero partorisce illusorie giostre metalliche e alberi ramificati, arrivando a una visione maieutica dell’infanzia, memoria nostalgica di pace e serenità dell’artista.
Navid Azimi Sajadi, Untitled, 2017
Le sue immagini raccontano una grande abilità nel disegno, oltreché uno studiato maneggio della simbologia esoterica, in esse infatti i segni possono avere una duplice lettura, sono grafemi all’apparenza chiari che nascondono un significato recondito come la parola gold, che campeggia su una delle sue tavole ma che può essere confusa con la parola god. Nelle sue opere vi è la presenza incessante di sfondi dorati, in cui l’assenza tempo-spaziale tipica della ieraticità dell”icona bizantina indica la strada verso la deità che, per Sajadi, non esclude la lode al dio gold. Le parole gold/god attengono a tutte le religioni del mondo, nella cultura egiziana la divinità veniva rappresentata come luce dorata e anche nella cultura araba la parola “oro” e l’espressione “strada per arrivare a dio” sono espresse dallo stesso grafema ma con due pronunce diverse.
Tra i segni ricorrenti, le protesi di arti inferiori che, come ci ha detto l’artista, riprendono stati interiori e non sono riferimenti bellici, anche se egli stesso ammette di essere cresciuto per otto anni sotto la guerra. Tutti i lavori dal 2007 ad oggi hanno come segno distintivo il filo spinato a indicare uno spazio delimitato in zona di guerra, finalmente conquistato.
Le sue, ha afferma, sono nuove strade in cui collegare l’arte mediorientale con la cultura occidentale, ottenendo tutta un’altra visione. L’operazione poetica è essenzialmente la ricerca di una strada metaforica con cui guardare la realtà, tentando di modificare il reale o la sua percezione soggettiva.
Anna Di Corcia
Mostra vistata il 28 ottobre
Dal 28 ottobre al 17 dicembre 2017
Navid Azimi Sajadi, Trasmografies
A01 Gallery, Napoli
Via Chiatamone 19, Napoli
Orari: da martedì a venerdì, dalle 11 alle 18
Info: 389 6630461