Piena estate del 1989, temperature non troppo alte dopo un inverno influenzato da un campo di alta pressione sub tropicale. Il 2 agosto, nel frequentatissimo giardino dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, all’ombra della magnolia secolare, si inaugurava la Voliera. Questa grande struttura rosa, costruita per celebrare la ristrutturazione dell’edificio, ospitò per alcuni mesi tre coppie di pavoni ed è diventata l’emblema, tanto storicizzato quanto ambiguo, di un diffuso clima di fervore che stava caratterizzando l’attività dell’istituto napoletano, in quel periodo e fino al 1999 guidato da Gianni Pisani (Napoli, 1935).
L’ampia retrospettiva al PAN, a cura di Maria Savarese e con il matronato del Madre, apre una stagione che il Palazzo delle Arti intende dedicare all’approfondimento delle figure storicamente più incisive nel turbolento paesaggio artistico partenopeo e sicuramente Pisani, eterno enfant terrible della pratica artistica, spirito irrequieto tra le decadi, le tendenze, gli stili e i sistemi, è tra queste. Seguendo simbolicamente i lunghi passi della carriera e della biografia, la mostra sarà diffusa nella città e, per tutta la durata dell’esposizione, sono state previste visite guidate alle opere conservate in sedi e collezioni diverse, dal Museo del ‘900 di Castel Sant’Elmo alle sale di Capodimonte, passando per la stazione della metropolitana Salvator Rosa e il MADRE.
Originale interprete del dialogo tra gallerie private e istituzioni pubbliche, Pisani ebbe stretti rapporti con Dina Carola e Anna Caputi, le anime dell’attivissima galleria Il Centro, riuscendo a riunire, nella sua idea di Grande Accademia, i pezzi di un sistema dell’arte che, in quegli anni post terremoto, stava ritrovando i suoi squilibri vitali. Osando un confronto diretto tra gli studenti e il mondo reale del contemporaneo, delle gallerie e dei collezionisti, il percorso formativo diventava momento di diffusione delle idee e delle opere di Joseph Beuys, Daniel Buren, Gerard Richter, Sol LeWitt, Mario Merz, Ettore Spalletti che, tra i molti altri, furono ospitati negli spazi dell’Accademia.
Pisani portò avanti l’attività di Direttore e quella di artista con la stessa intensità e gli identici movimenti, spesso dettati da una necessità di affermazione del sé. Non ha fatto mistero delle difficoltà a superare l’avversione del padre ingegnere nei confronti dell’arte e sotto la traccia delle sue opere, come nella scia della sua attività istituzionale, si intuisce la presenza preponderante di un soggetto che osserva le cose e le interpreta, le distorce, le racconta, mettendo il proprio punto di vista in primo piano, a volte, sfacciato. Così, dalla Galleria Inesistente, un esperimento di arte relazionale sviluppato insieme a Bruno Barbati, Giannetto Bravi, Vincent D’Arista, Maria Palliggiano ed Errico Ruotolo, ancora originale a distanza di trent’anni, al ciclo Uomo che Cammina, serie di pitture realizzata nel 2015 che dà il titolo alla mostra, passando per assemblaggi, azioni e sculture, si dipana un percorso reso coerente dall’intervento di un’individualità forte, decisa a perseguire una visione e una convinzione. Per Pisani, l’unica via possibile è quella dell’uomo che la traccia ed è lo sforzo, la fatica che arcua la schiena, a rendere reale l’essere. Le sue opere sono tanto egotistiche quanto seducenti, il colore e la forma delineano un campo in cui le masse arrivano a tensioni estreme, i corpi sono contorti e posseduti da un burattinaio, gli sfondi appaiono come fluidi agitati da una mano consapevole e identificabile. L’esplosione e la frammentazione delle membra, il sesso e la bestialità, l’istinto non addomesticato dei felini, intessono una trama continua dal vero all’onirico, due dimensioni che arrivano a una convergenza mai pacifica, a una sintesi, impossibile da riprodurre come metodo, tra autoreferenzialità e stile, sottile astrazione e selvaggia ironia, sproporzione e armonia.
Mario Francesco Simeone
mostra visitata il 7 marzo 2016
Dal 10 marzo al 17 aprile 2016
Gianni Pisani, Uomo che cammina
Pan, Palazzo delle Arti di Napoli
Via dei Mille, 60 – Napoli
Orari: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato, dalle 09.30 alle 19.30. Domenica, dalle 09.30 alle 14.30. Chiuso il martedì.