Fino al 18.II.2017 Devin Kovach, An Eye wide open Intragallery, Napoli

Intragallery prosegue il ciclo di mostre “Giovani artisti americani in Italia” con il secondo appuntamento dedicato a Devin Kovach (Tuba City, 1987).

L’architettura, come Kovach stesso afferma, è da sempre la principale fonte di ispirazione per il suo lavoro e concentrandosi, in particolare, sul modo in cui i palazzi incorniciano e descrivono lo spazio che percepiamo, ne indaga il significato e lo declina attraverso medium artistici molto diversi.

“An Eye Wide Open”, a cura di Pia Candinas, mostra il cui titolo ne restituisce l’essenza, apre il sipario dietro il quale si dispiega l’occhio dell’artista. L’artista mette in scena la sintesi della sua visione della luce e dello spazio, nata da un attento studio su Napoli, città nella quale ha vissuto per alcuni mesi. Attraverso l’uso di proiezioni, stampe, disegni, fotografie e oggetti tridimensionali, trasforma l’area espositiva in installazione, condividendo il risultato con lo spettatore.

Semplicità di linguaggio e di materiali non tradiscono un’altrettanta semplicità di pensiero ma dimostrano come qualsiasi realtà, anche la più oggettiva, non possa esularsi da un’esperienza empirica, la soggettività diventa il fulcro della scena e le opere in mostra ne sono una corretta riflessione.

Una grande stampa fotografica di un vicolo di Napoli, su un tendaggio a mo’ di sipario, ci introduce all’interno dell’installazione ed è così che nel buio della sala incontriamo un modellino di un panorama illuminato e arrotondato, per ricordarci che il nostro campo visivo è l’interno di una sfera proiettato verso l’esterno. Allo stesso modo, una rudimentale lastra di plexiglass sulla quale è tracciato il profilo di un paesaggio, crea un’immagine unica per l’occhio che guarda attraverso quella finestra che ne costituisce il piano prospettico. Stampe, disegni e fotografie guidano lungo il percorso, completando la fruizione e arricchendo la riflessione.

Kovach vuole incoraggiare se stesso e gli altri a una riflessione critica su ciò che ci circonda, quella consapevolezza della differenza tra il vedere e il guardare, veicolando tale messaggio con le immagini della città che, con la sua architettura, i suoi spazi e gli innumerevoli punti prospettici che produce, è la nostra figura più familiare.

mostra visitata il 21 gennaio