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Fino al 18.V.2016 | Roberto Paci Dalò, Filmnero | Al Blu di Prussia, Napoli

di - 16 Maggio 2016
Il progetto espositivo “Filmnero”, a cura di Maria Savarese e in esposizione presso lo spazio multidisciplinare di Giovanni Mannajuolo, tenta di porre in evidenza lo specifico aspetto riguardante le opere filmografiche di Roberto Paci Dalò (Rimini, 1962), ricostruendo un’antologia ragionata dei lavori prodotti nell’arco di quindici anni. Ma l’aspetto più interessante è quello espositivo, costruito come una diretta emanazione della metodologia operativa. Si potrebbe dire che la mostra, più che raccontare l’artista, ne metta in mostra il metodo combinatorio. Paci Dalò è tra le figure di punta della sperimentazione contemporanea, le sue opere abbracciano un’estesa tipologia fenomenologica, la poetica passa dal teatro al cinema fino alla musica, rivestendo il ruolo del regista, del compositore, del performer. Il suo lavoro sussume le istanze avanguardistiche del Novecento, lavorando sulla traslitterazione dei segni attraverso l’uso combinato di diversi linguaggi, usando il cinema come strumento di decostruzione della vita quotidiana.

L’esposizione inizia con una quadreria a muro, quasi la prospettiva rovesciata di un tavolo di un regista, con gli storyboard a posteriori – alla maniera di Alfred Hitchcock – riguardanti pensieri, ricordi o motivazioni che si celano dietro alle realizzazioni dei suoi film. Una tavola su tutte colpisce, il titolo è Al Cinema Blu di Prussia e non riguarda nessun film, perché è la trama di ciò che accade nella mostra, trasformando l’esposizione in una messa in scena, come avviene nella sala della galleria appositamente dedicata alle proiezioni, dove scorrono incessantemente le sequenze dei film che formano un unico corpus di immagini. Successivamente, si entra in uno spazio completamente immersivo, in cui coabitano suono e immagine, con la proiezione di sette film: Dust (2003), Petroleo Mexico (2005), Elegia Italiana (2006), Atlas of Emotion Stream (2009), Ye Shanghai (2012), Fronti (2015), 1915 The Armenian Files (2015). Nessun supporto inquadra i film, nessuna cornice li delimita dal resto. Tutto avviene sulla pelle delle pareti, come fossero apparizioni scaturite direttamente dall’architettura della galleria. Il nero dei muri svapora lo spazio concreto, ridiscendendo chi vi entra in un ambiente fenomenico. Il suono è collante tra le immagini e le narrazioni dei film, costruisce uno spazio unico all’interno del quale lo spettatore è disposto davanti a immagini bidimensionali e, contemporaneamente, è all’interno della scena acustica.
Sulla parete di fondo c’è Atlas of Emotions Stream che, prodotto a Napoli e presentato a PAN nel 2009, è come un accesso segreto verso una città ulteriore che sottende a quella reale, colta dall’interno di un bar, che diventa un luogo episodico in cui si affolla la geografia umana del popolo partenopeo. Una diretta volontà di dialogo con questa città che ospita le sue peregrinazioni creative dal 1993, da quando la Fondazione Morra lo appoggiò nel Progetto Napoli, per giungere all’opera Fronti con cui l’anno scorso ha vinto il Premio Napoli e la cui performance chiuderà questa mostra.
Marcello Francolini
mostra visitata il 13 aprile

Dal 13 aprile al 18 marzo 2016
Roberto Paci Dalò, Filmnero
Al Blu di Prussia
Via Gaetano Filangeri, 42 – 80121 Napoli
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 17 alle 20; sabato, dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 20
Info: 081409446 – info@albludiprussia.com

Nato a Firenze nel 1984, è critico d’arte e curatore indipendente. Laurea in Storia e Critica dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno. Insegna Storia dell’arte Contemporanea all’ABAN di Nola. Curatore del Progetto Primo Mercato (2017) presso la Galleria Spazio Nea di Napoli, segnalato anche su Il Manifesto e La Repubblica. Collabora attivamente con Francesca Barbi Marinetti presso la D.D’arte s.r.l. di Roma come organizzatore di eventi e come promotore culturale de Futurismo. Ha curato il progetto Linea di Contorno esponendo oltre ad una sezione di artisti emergenti, la collezione Fabio e Leo Cei di Outsider Art, a Salerno nel 2016. È presente con Progetti di curatela presso Setup Contemporary Fair di Bologna, per l’edizione 2017 (Leonarda Cianciulli-La saponificatrice di Correggio, con l’artista Dario Agrimi) e l’edizione 2016 (Dis-Orientarsi, collettiva di 7 artisti campani). Ideatore del programma radiofonico Cattivi Maestri presso l’Unisound dell’Università di Salerno nell 2015; In Albania, Tirana, ha curato la mostra CorpoeCorpi (2015); Sempre in Albania, ha tenuto due Seminari sul Futurismo e sull’intellettuale di tipo nuovo con l’Istituto Italiano di Cultura (2013), segnalato sul Corriere della Sera. È presente nella pubblicazione Al di là della destra e della sinistra (S. Giovannini e R. Guerra a cura di). Ha collaborato come critico d’arte per la Casa Editrice Iemme Edizioni di Napoli. Collabora attivamente per la rivista d’arte Exibart. È Consulente per la sezione “mostre” della Fondazione Plart di Napoli.

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