Con la prima grande mostra pubblica italiana del fotografo americano il Castel Nuovo si apre ancora una volta a ospitare un evento culturale dedicato all’arte contemporanea, proseguendo l’iniziativa avviata dal Comune di Napoli dal ‘94 con le mostre di Moore e Wharhol.
In esposizione 100 ritratti in grande formato, in bianco e nero e a colori, che hanno trasformato la sala Carlo V in una vera e propria galleria dei protagonisti della scena artistica e politica contemporanea.
Sponsor d’eccezione dell’evento Tramontano spa, un marchio sinomino di antica tradizione artigianale napoletana e nello stesso tempo di eleganza ed esclusività. Sono molte le celebrità del jet set internazionale per le quali la ditta Tramontano ha realizzato pezzi di pelletteria personalizzati.
L’esposizione
Fondendo con spregiudicatezza tradizioni artistiche quanto mai lontane tra loro, Greenfield-Sanders è riuscito ad elaborare uno stile assolutamente personale, pervaso da una concezione altamente umanistica.
Se da Félix Nadar ha mutuato lo spirito positivistico del “catalogatore” di protagonisti del mondo culturale, da Andy Wharhol ha accolto il concetto di ritratto d’autore come icona, permeandolo tuttavia di un profondo contenuto storicistico. L’uomo, in quanto artefice del proprio destino, acquista dignità e gloria imperitura in virtù del valore intrinseco del proprio operato, sia esso il frutto dell’intuizione fulminea della scoperta scientifica, o del sacro fuoco dell’invenzione creativa, ovvero della lucida intelligenza politica.
A partire dalla fine degli anni ‘70 fino ad oggi Greenfield-Sanders è riuscito così a realizzare l’originale progetto di creare un vero e proprio pantheon delle glorie contemporanee.
I suoi ritratti sono immagini naturali, scevre da ogni componente drammatica, come collocate in una dimensione atemporale che trascende ogni dimensione privata del singolo individuo. Artisti, attori, musicisti, politici, scienziati, architetti sono visti come una proiezione del proprio lavoro, che li libera da ogni valore immanente conferendo loro la ieraticità di una divinità dei tempi moderni.
L’interesse della mostra è sottolineato da un’iniziativa staordinaria: sull’asse Napoli – New York la collaborazione artistica fra Timothy Grienfield-Sanders e Mimmo Paladino ha dato vita alla realizzazione di un’installazione inedita dal titolo Camera Oscura. In occasione della mostra di Napoli i due artisti hanno appositamente ideato un box in cui si fronteggiano il ritratto di Mimmo Paladino – realizzato da Greenfield-Sanders nel suo studio di New York nel 1991 – e una bella tempera su tela, opera recente di Paladino, che ritrae il fotografo americano.
Un’intima corrispondenza quella tra Greenfield-Sanders e Mimmo Paladino, che sta significativamente a ribadire l’universalità dell’arte, aldilà di tutte le possibili distinzioni legate a contesti geografici e culturali differenti e delle infinite diversità di stile e di mezzi espressivi.
Il film su Lou Reed
I visitatori della mostra possono assistere anche alla proiezione del video “Lou Reed: Rock and Roll Heart”, l’opera più recente di Greenfield-Sanders regista, vincitrice del prestigioso premio Grammy Howard 1998.
Il documentario è un omaggio alla lunga carriera di Lou Reed, al quale l’autore è anche legato da un rapporto di profonda amicizia, ripercorrendone le tappe più significative, a partire dagli esordi con il gruppo dei Velvet Underground e dalla frequentazione della Factory di Andy Warhol, fino ad arrivare alle più recente esperienza solistica.
Arricchiscono il filmato numerose interviste di colleghi, amici, collaboratori del grande rocker, tra i quali figurano alcuni dei protagonisti più significativi del rock dell’ultimo trentennio – come David Bowie, Patty Smith, David Byrne.
Arianna Ziccardi
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Grazie della notizia e della esposizione di fotografie. Potete dirmi la via di Castel Nuovo che puoddarsi che riesca a passarci?
ho visto le tre mostre fotografiche e trovo assurdo strapubblicizzare la mostra di un americano le cui foto non sono altro che ritratti di sporchi capitalisti.
dal lato tecnico sono perfette ma il messaggio contenuto nelle altre due mostre è di gran lunga superiore... quelle si che sono foto!
Cara Maria, non ho visto le mostre di cui si parla, però la tua critica è un po' strana. Parlando di pittura, allora, vuol dire che Velàzquez per te è un servo del potere, così come Raffaello quando ritrae Giulio II è un reverente baciapile vaticanista, e tanta pittura del '500-'600 è tutta ossequiosa e pompier; oppure Toulouse-Lautrec, quando fa i cartelloni del can-can è un maschilista mercificatore del corpo e dell'identità femminile: tutto da rifiutare? Non conosco l'autore in questione, ma il ritratto, anche se i mezzi sono diversi, svela sempre qualcosa della personalità che normalmente può sfuggire, se è fatto da occhi che sanno guardare. Anche quando la persona ritratta è un potente, che, a volte, non si accorge neppure di essere messo a nudo.
Caro Sporco Capitalista non ti sembra d'avere un po' esagerato?
Non cara Maria di Napoli,
io non sono certo un capitalista, ma sono anche felice di non essere come te.
La pochezza delle tue argomentazioni sono l'indice di una tale immaturità intellettuale da lasciar inorridito chiunque sia stato generato con qualche grammo di cervello.
Vuoi forse incriminare anche Shakespeare di omicidio per avere scritto il Macbeth?
Oppure credi che gli inviati di guerra siano dei grandi sostenitori dei conflitti di morte?
No, magari pensi che Goethe sia un satanista, visto che ha scritto il Faust.
Hai preso un abbaglio.
E non sei meglio dei capitalisti che tanto denigri.
Ciao, Biz.
ci sarai te, sudicia proletaria!
Ma tu guarda se nel 2001 ancora mi tocca sentire...bha...
A me questi ritratti piacciono!
La mostra non l'ho vista. Però questo articolo è così bello che mi ha fatto ritornare alla mente le persone che ho amato, la musica che ho amato (Femme fatale, J'll be your mirror!) e una frase letta non so dove:
"Non è il tempo a mancarci.
Siamo noi che manchiamo al tempo".