-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Vi narro di un viaggiatore, di uno scopritore di mondi, di un creatore di “incontri”.
Fin da giovanissimo avevo un sogno, quello di andarmene lontano a lavorare per poi tornare indietro grazie al ricavato del mio lavoro, spendendo pochissimo denaro per raggiungere un determinato posto in cui allestire una mostra dalla quale ricavare i soldi per poter tornare di nuovo.
L’arte contemporanea (ma non soltanto quella contemporanea) ha senza dubbio confini sovranazionali: non esistono artisti che non sentano l’esigenza di muoversi, viaggiare, confrontarsi con culture di paesi diversi dal proprio per imparare o per lasciare traccia della ricerca personale. Per David Tremlett, però, il viaggio, l’incontro con culture diverse e la comprensione di queste fa parte del contenuto stesso del suo lavoro d’artista. Egli ha visitato diversi continenti e attraverso l’osservazione di nuovi mondi ha creato il suo immaginario artistico. In esso egli intende manifestare quelle forme e quei colori archetipici che in ogni parte del mondo sono la più semplice traccia della vita umana e che sempre si manifestano tra, ma sopratutto sulle, pareti delle architetture abitate. L’architettura costituisce la traccia più evidente e duratura di un Cultura: è ciò che di questa più rimane nel tempo e, dunque, ciò che più di ogni altra cosa insegna alle giovani generazioni a credere nella propria Cultura ed a conservarla. L’architettura anche quando è rovina è una “traccia” evidente, testimonianza di un pensiero preciso, di una esigenza abitativa e, dunque, di un modo di vivere. Anche il lavoro di David Tremlett è “traccia”, segno evidente del proprio pensiero, della propria cultura, impresso sulle pareti,
sull’architettura. I suoi strumenti sono le mani ed i pastelli, fatti di polveri, come dalle polveri e con polveri le mani costruiscono un’abitazione. I colori
scelti provengono dai materiali da costruzione (grigio della pietra, rosso mattone) o dal mondo naturale (verde vegetazione, verde muffa, azzurro marino), così come per realizzare un’architettura si deve mediare tra conoscenze/tradizioni costruttive ed adattamento all’ambiente naturale.
I suoi Wall Drawings, sono il frutto del semplice gesto della mano che impone i colori sulle pareti, ma anche delle intenzioni dell’individuo (che in quanto individuo è parte integrante di una Cultura) che realizza il lavoro secondo un proprio disegno interiore. Le forme ed i colori scelti da Tremlett sono continuamente arricchiti dall’incontro con nuovi mondi; non rivelano la vita reale di un paese in particolare, quanto invece la propensione, comune a ogni Cultura, a ricavare forme e colori delle abitazioni (se non altro quele semplici, rurali, popolari ecc.) dall’ambiente naturale circostante.
Attraverso l’esposizione in gallerie d’arte o in musei David Tremlett intende mostrare al pubblico la sua rigorosa ricerca che si esplica in una manifesta continuità. I suoi disegni a parete sono progettati in studio fin nei minimi dettagli; solo quando l’artista giunge nel luogo in cui dovrà lavorare egli scopre le corrispondenze tra il suo progetto e l’effettiva realtà delle forme e dei colori degli edifici che lo circondano. Così è avvenuto a Pozzuoli!
I nuovi Wall Drawing di Devid Tremlett nella Galleria Artiaco, nei loro colori sembrano fare riferimento alla cultura architettonica popolare di Pozzuoli, in parte legata alle attività di pesca ed in parte a quelle rurali, dei suoi abitanti.
Su due pareti frontali l’artista presenta due di questi grandi disegni, uno di tre e l’altro di quattro colori, entrambi attraversati da un grande anello lasciato bianco ed alto quanto il soffitto. La scelta di forme circolari è effettuata dall’artista nel segno della continuità con una recente ricerca iniziata proprio in Italia, in questi anni, per una collezione privata. Il cerchio, pur nella sua regolarità geometrica, riesce a donare fluidità alla successione delle fasce lineari di colori e ad attrarre lo spettatore in un ideale movimento dello sguardo dal centro del cerchio via via verso i bordi della parete dipinta.
Marco Izzolino
Pozzuoli
David Tremlett “Paper and Walls”
Galleria Alfonso Artiaco
Corso Terracciano 56, 80078, Pozzuoli
Tel. 081/526 7988
orario di apertura al pubblico dal lunedì al sabato 10,30 – 13 /16,30 – 20
[exibart]