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Fino al 20.I.2015 | Petra Feriancova | Fondazione Morra Greco, Napoli

di - 8 Gennaio 2015
Inutile girarci intorno. È davvero difficile comprendere il senso di questa mostra se non si possiede una solida base teorica relativa ai concetti esposti. Questo è uno di quei casi in cui, per orientarsi, non è possibile fare affidamento sui sensi o sulle emozioni: bisogna prima capire, e bene anche. Una volta trovata la giusta chiave di lettura tutto torna, come nella teoria dell’eterno ciclo dei corsi e ricorsi.
Il punto di riferimento a cui guardare, lungo tutto il percorso espositivo, è Mircea Eliade, antropologo e filosofo rumeno, che si dedicò, in particolare, allo studio del mondo arcaico e del suo legame con il sacro. Secondo lo studioso, le popolazioni primordiali manifestavano la sacralità attraverso il rito, il mito e il simbolo.
‹‹Ho realizzato questo lavoro pensando a Napoli e agli spazi della Fondazione Morra Greco – spiega Petra Feriancova – la mostra è incentrata sulla primordialità e sugli inizi della civilizzazione, che per me ha origine a Napoli. Considerando il tempo come ciclico, fondamentale è la rappresentazione della capacità, appartenente a qualunque specie vivente, di ricominciare da zero, di rigenerarsi dopo ogni catastrofe. A Napoli sento molto forte questo legame con la rinascita, basti pensare a Pompei e al fatto che, ancora oggi, la città vive accanto a un vulcano attivo››.
Gli spazi espositivi divengono allora la manifestazione dei riti, dei miti e dei simboli caratterizzanti la città partenopea e le popolazioni arcaiche, ma anche il luogo in cui avviene una sorta di riscrittura storica, costituita da continue rigenerazioni e trasformazioni. Il perimetro della mostra delimita un sistema auto poietico, che si sostiene e si riproduce.

Plasmare la materia, attraverso il lavoro manuale, rappresenta per l’uomo lo strumento più potente con cui avvicinarsi a Dio ed è inteso in tutta la sua valenza sacrale. La creatività è, per Petra Feriancova, l’atto fondativo della civiltà, ciò che separa l’uomo dagli animali.
Il pavimento della sala d’entrata è interamente ricoperto di creta spalmata con le mani. Tanti sono i richiami, non sono alla primordialità e all’inizio del rapporto con la materia, ma anche a un mito cosmogonico dell’Europa Orientale. La creta, lasciata calpestare dai visitatori, incarna anche la volontà, da parte dell’artista, che il processo creativo sia lasciato al caso, fuori dal suo controllo.
Accanto ai testi di filosofi preclassici, sono disposte delle pelli di animali che identificano il concetto di aria, archè per i presocratici, intesa come anima.
Non c’è alcun nesso cronologico tra le sale, ognuna ha un proprio tempo e ritmo.
Nei sotterranei del Palazzo sono proiettati due video. Il primo, della durata di 24 ore, è un film riguardante i nonni del compagno dell’artista, composto da spezzoni di vacanze dagli anni 50 agli anni 60. Il filmato, per la sua durata, traduce concretamente l’impossibilità di vederlo tutto. Il secondo video, di 5 minuti, é costituito da sequenze, di un secondo ciascuna, tratte da alcuni filmati che Petra Feriancova ha realizzato tra il 1998 e il 1999. I due video non hanno alcuna attinenza sotto il profilo narrativo ma, se guardati in contemporanea, rendono il concetto di un tempo sacro e ancestrale.
Non si vuole raccontare una storia, ma suggerire l’idea di ritmo e di ripetizione legati ad una ritualità, secondo una visione astorica e sacra. Con un tempo ciclico, senza alcun procedere lineare, l’uomo si divincola dalle dinamiche terrene proiettandosi nel mito, in un eterno alternarsi di catastrofi e rinascite.
Arianna Piccolo
mostra visitata l’11 dicembre 2014
Dall’11 dicembre 2014 al 20 gennaio 2015
Petra Feriancova – Things that happen and things that are done. On beginnings and matter.
Fondazione Morra Greco
Largo Proprio di Avellino 17, 80138 – Napoli
Orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 14 e dalle ore 15 alle ore 19
Info: tel  +39 081 210690; www.fondazionemorragreco.com

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