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fino al 20.III.2004 Sergio Fergola Napoli, Area 24 Art Gallery
napoli
Sulle tele il caos degli oggetti, dei simboli, delle parole improvvisamente. Prima che la tenda del palcoscenico chiuda con un improvviso battito di ciglia. Ecco è l’enigma dipinto da Fergola. Pittore che abbandonò la vivace Napoli dei Sessanta per arrivare a New York…
di Valeria Cino
Ad aprire lo spazio di Via Ferrara è Area-24, una nuova galleria frutto della scissione “artistica” tra Andrea Della Rossa, nuovo proprietario, e Francesco Annarumma, trasferitosi con la sua 404 nei locali di Via Santa Brigida.
Sergio Fergola rappresenta un buon inizio. La mostra presenta in particolare i lavori prodotti dalla metà degli anni ‘60, e intende raccontare l’evoluzione dell’artista quando ormai lontano dall’ambiente napoletano, in cui pure si era formato, viene a contatto con New York, il New Dada americano e la Pop-Art.
Fergola nasce artisticamente accanto al Gruppo 58, con Biasi, Castellano, Persico e tutti quegli artisti che, allora, gravitavano a Napoli intorno al nucleare di Colucci, all’esperienza della poesia visiva di Martini, Villa e Caruso. Ambiente fertilissimo dunque quello che Fergola lascia negli anni ‘60, fatto di manifesti provocatori, di sempre nuove avanguardie, di iniziative editoriali coraggiose come Documento Sud e poi Continuum, di collaborazioni e aperture di senso impreviste (Sanguineti, Jaguer e Phases, Picabia, Baj che collaborano a queste riviste). Un’eredità che Fergola si porta dietro e che gli consente di tradurre il lessico magico-surreale e il gusto informale delle sue prime sperimentazioni, in quel linguaggio maturo e consapevole delle “stanze” di oggi.
Stanze, luoghi metà-fisici, poiché veri, misurabili negli oggetti che li occupano, nei tratti sottili ancora visibili di una matita che ne disegna la prospettiva, eppure per metà sogni, dimensioni irreali. Sono immagini pensate o pensieri immaginati? Un gioco di parole, in fondo, come quelli messi in scena dall’artista, enigmi cui non corrisponderà mai una singola risposta.
I segni e gli oggetti sono abbandonati: libri rossi sul pavimento, lettere, architetture e pagine vivono nella pittura una vita propria, frutto di uno scherzo maldestro, un’improvvisa distrazione dell’uomo che genera nuove possibilità. In Enchantment of good friday (New York, 1965) gli oggetti si animano, i colori si addensano formando lacrime che colano su un improvvisato sudario. Su tutto cala un nero fumo di pittura, una nebbia scura che confonde l’immagine e, pure i riferimenti chiari e allusivi alla comunicazione dei media, del fumetto e dell’immagine fotografica, rimangono coinvolti in questa ammiccante censura pittorica.
Il lavoro di Sergio Fergola è sempre stato carico di magia, di umori e resta tale, affascinando ancora, trattiene incollati a guardare perché un minuto in più potrebbe rivelare un ennesima scoperta di senso. Troppo tardi, forse, il sipario si chiude lasciando rotolare due dadi: una combinazione di numeri, un altro enigma ancora.
valeria cino
mostra visitata il 20 febbraio 2003
Area 24 Art Gallery
Via Ferrara 4 (angolo Corso Novara a 300 mt dalla Stazione Centrale FS)
Tel. Fax 08119579948 – e-mail: area24@adrart.it
Orario: dal martedì al venerdì 17,30-20,00
[exibart]
Napoli è nota per la sua dinamicità e per proposte espositive nuove ed interessanti. Nessuno sentiva la necessità che aprisse uno spazio(area24)che facesse proposte da “antiquariato”… solo a vedere i quadri di Fergola mi viene da sbadigliare…. buonanotte !!!!
Hai proprio ragione Raven! Questa nuova galleria è nata già vecchia. A Napoli si trova sempre qualcuno disposto a trovare eccitante il vecchiume.
confondere Fergola con il vecchiume … è come dire che botero amava le donne grasse…capra capra capra capra