La prima personale napoletana dell’artista italo-svizzero Oppy De Bernardo (Locarno, 1970) è, innanzitutto, una riflessione antropologica sulla coesistenza tra sacro e profano.
La mostra – curata da Raffaella Barbato e Ermanno Cristini, promossa e organizzata dal collettivo Di.St.Urb in collaborazione con lo Spazio/progetto Riss(e) di Varese e supportata tecnicamente dal BAD di Giuseppe Buonanno – si presenta come un luogo ibrido, una wunderkammer e un reliquiario insieme, ribadendo chiaramente il tema del lavoro in bilico tra culturale e cultuale, perfettamente affine con il territorio complesso su cui insiste, dove si alternano e mai si respingono devozione e superstizione. Proprio come uno smanioso collezionista e un fervente credente, De Bernardo propone lavori quali Reliquiae, Ostie o Tutto è compiuto in cui utilizza i simboli tipici della tradizione sacra per fendere i limiti della stessa e sfociare in una riflessione decisamente più terrena sui limiti della natura umana, sulla crisi di fiducia in cui versa la società contemporanea e sul pervasivo individualismo, includendo, non senza un velo di ironia, anche il sistema dell’arte.
L’esposizione delle opere di De Bernardo si riferisce, infatti, anche all’avvicendarsi di “sacro” e “profano” all’interno del sistema-arte. È evidente il benjaminiano riferimento alla riproducibilità e alla caduta dell’aura, elementi fondanti dell’arte contemporanea che ingenerano un’inevitabile riflessione sui valori di unicità, autenticità e autorità messi, ancora una volta, decisamente in discussione.
Infine, i moderni ex voto e le insolite mirabilia abitano l’ex spazio industriale della galleria E23 sotto l’egida di un’enorme installazione luminosa di 12 metri, un monito contro il sistema dei falsi valori, un’amara riflessione sull’uguaglianza in cui significante e significato si caricano dell’ambiguità del caso. La scritta recita: La legge è uguale per tutti, è un riferimento alla legge divina ma anche a quella terrena, alla Costituzione italiana, è un’installazione artistica ma anche un cartello luminoso, un’insegna di un luna park o di un circo, che rimanda inesorabilmente al capolavoro di Orson Welles, Animal Farm, in cui si legge: “All animals are equal, but some animals are more equal than others”.
Ilaria Tamburro
Mostra visitata l’1 settembre
Dal 8 giugno al 20 settembre 2015
Oppy De Bernardo, La legge è uguale per tutti
Spazio E23
Via T. Blanch, 23 – 80143, Napoli
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 16.30 alle ore 19.30, il sabato su appuntamento
Info: 081 0484111