Ai confini della realtà, programma televisivo di moda negli anni ’70, è il punto di partenza per questa nuova mostra negli spazi di Arcos. Non “per sottolineare la tipologia del supporto artistico usato, se video o fotografia -spiega Claudia Gioia, curatrice e responsabile per il Macro al Mattatoio di Roma- ma per comprendere in che misura la ricerca artistica si avvicini alla scienza”.
Per far posto ad una ventina tra anciens e giovani artisti italiani e stranieri -per lo più con una presenza al Macro inserita già nei curricula- si è scelto un percorso che ha sfruttato tutti gli angoli del museo. Dal sottoscala, che ospita A Rainbow in Curved Air di Elisabetta Benassi (Roma, 1966) -due bicchieri, un feltro inumidito e un sistema perfetto di motori elettrici per un suono metallico-, alla parete di passaggio tra i due livelli, occupata dalle scritte in dissolvenza di Fluid Bodies, proiezione di Victoria Vesna, artista che lavora in team con nano-scienziati dell’università di Los Angeles.
Biologia, cibernetica, meccanica e ingegneria sono le aree contaminate dall’arte, girando attorno ai corpi celesti dell’astrofisica e concludendo con il terzetto chimica, fisica e genetica. Ma c’è spazio anche per i giocattoli retrò di Francesco Bocchini (Cesena, 1969) e per Keiji Kawashima con il suo esercito di 125 dischi di alluminio attrezzati di eliche, motori e barre di trasmissione. Non mancano opere che hanno fatto storia nel contemporaneo: dai truism (frasi che palesano tabù e ipocrisie della vita sociale) di Jenny Holzer, nel mix di Arno e Blue -scrittura programmata con segni elettronici-, alle parole sussurrate da bocche e occhi di bambole firmate Tony Oursler. Concedendo un angolo rigoglioso anche alla leonardesca voglia di volare, con un cuore meccanico dell’ingegnere Panamarenko.
La ventata storica si conclude con Alfredo Jaar (Santiago del Cile, 1956) e Damian Ortega (Città del Messico, 1967). Riferimenti a Pasolini nel materializzarsi della morte di una stella entro l’architettura di Le ceneri di Gramsci per il primo (interessato ad affrontare anche temi sociali e politici) e scomposizione del miracolo italiano nella Vespa 150 del secondo.
Net art e video sono presenti nei “preferiti” dei più giovani, come per il duo sloveno son:DA: una ripresa del mondo con occhio critico, senza la necessità di effetti speciali aggiunti. La sezione “cosmologia e scie celesti” è infine interesse comune di artisti geograficamente lontani come Vadim Fishkin, archiartista russo autore di Planet of apes -installazione che relaziona il ciclo del Sole con la rotazione della Terra, tramite un collegamento continuo in rete, che aggiorna le variazioni- e Sarah Ciracì, pugliese di formazione meneghina, presente con Randomness, un software che elabora una serie di numeri casuali in relazione al movimento accidentale del pulviscolo presente nel raggio di sole.
irene tedesco
mostra visitata il 13 maggio 2006
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Ho visitato la mostra e l'ho trovata molto interessante!Quanto alla partnership Macro-Arcos ritengo sia proficua stimando io l'attività di Eccher , che peraltro conosco personalmente.
Raffaello Paiella, sei un grande!