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La Pop art in Italia, declinata per poetiche e generazioni diverse, sotto il segno della geografia, del passato, del presente e forse del futuro. Lontana da ogni linea filologica e storica, la mostra intende fornire un momento di riflessione dell’atmosfera che ha generato la nascita e alla diffusione di una “via italiana” alla Pop Art, in sintonia e al tempo stesso linguisticamente autonoma rispetto ai modelli statunitensi ed europei del periodo. Non omogenea e orientativamente legata a due nuclei operativi che hanno gravitato su Roma e Milano, da un lato l’arte della dolce vita e dall’altro quella di Milano meglio caratterizzata dal boom economico degli anni Sessanta. La Pop Art rinata dalle ceneri del dopoguerra e dell’Informale, ha saputo rilevare negli anni sessanta i segni di un reale cambiamento della società, ben evidenti nella Dolce vita di Federico Fellini, con il ritrovato benessere, le prime vacanze fuori porta, e le notti insonni a Via Veneto. L’Italia si ritrovava proiettata nel futuro. Alla fine degli anni Cinquanta, primo fra tutti, sarà l’eccentrico Mario Schifano a riflettere sui temi dello schermo e dell’oggettualità della pittura, ponendo le basi tra il 1960 e il 1966, per lo sviluppo della vera e propria stagione d’oro della Pop Art italiana, con una sorta di stagione “neo-metafisica” omaggerà in due serie pittoriche centrali nello sviluppo della sua ricerca persino Giacomo Balla e il Futurismo. Un momento di straordinario fermento artistico che di fatto ha coinvolto centri nevralgici come Milano, Roma, Torino, la Toscana e poi, anche tutta l’intera penisola. Nel ’61 l’artista romano verrà invitato dal gallerista Plinio de Martiis a esporre nella celebre galleria romana La Tartaruga, fino ad approdare tra il 1965 e il 1970 da Giorgio Marconi a Milano a consolidare il riconoscimento ufficiale di tale lavoro.
Pop art in Italia. Ieri, oggi, domani, Mario Ceroli
In mostra sono presenti importanti artisti di quel momento magico dell’area romana come Mario Schifano, Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, e quelli dell’area milanese come Valerio Adami, Emilio Tadini, autori che hanno saputo trattare i temi del nuovo paesaggio visivo in un paese che andava aprendosi a nuovi stili di vita, artisti capaci di generare nuove immagini e raccontarci una nuova e felice stagione dell’arte, favorita dalla libertà di rivolgere l’attenzione agli oggetti, ai miti e ai riti contemporanei, ai linguaggi della società dei consumi e al loro culto, come è visibile nelle silhouettes lignee di Ceroli, i fumetti di Adami, i racconti onirici di Tadini, i paesaggi anemici di Schifano, le tele emulsionate di Festa, le inquadrature “segninfantili” di Fioroni e nelle riflessioni squisitamente ideologiche di Franco Angeli. Un confronto decisamente tra passato e presente – come sottolinea lo stesso curatore – senza alcuna finalità storico-filologica, estendendo una visuale più estesa che guarda alla Pop Art italiana a partire dagli Anni Sessanta includendo – secondo noi – anche un’ipotetica e quando mai provvisoria evoluzione più recente di autori come Romina Bassu, Michele Chiossi, Francesco De Molfetta, Giampaolo Frizzi, Lucio Perone, Giuseppe Restano, che evidenziano temi incentrati sulla manipolazione e sul consumo di immagini in età contemporanea. Permane su tutti il peso della Pop art a suggellare tale dialogo di continuità tra passato e presente.
Sandro Bongiani
Mostra visitata il 18 novembre 2018
Dal 19 Novembre al 20 Dicembre 2018
Pop art in Italia. Ieri, oggi, domani
Galleria Paola Verrengia, Salerno
Via Fieravecchia, 34 – 84122, Salerno
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 16.30 alle 20.30,
il sabato dalle 10.30 alle 13, e dalle 17 alle 21
Info: info@galleriaverrengia.it