Da sempre ispiratore di tutte le arti, il labirinto si pone al centro di una mostra che unisce con armonia tutti i linguaggi appartenenti ad una sola matrice. La raccolta segue un percorso preciso, quello cioè di riportare alla memoria tutto il mondo di idee , di suggestioni e di astrazioni legati al mito del Labirinto dal ‘400 in poi. Attraverso i racconti di Pasquale Panella, tratti, tra gli altri, da Cechov, Melville e Marquez, si affronta il tema del Labirinto tramite le parole, sapientemente accompagnate dalla musica dal vivo di Rino Zurzolo. A questa esplorazione nel profondo di un tema così antico e significativo, si associa il momento delle immagini, con la visione di numerosi corti di Scorsese, Tarkovsky, Malle, Antonioni, Greenaway, solo per citarne alcuni.
Dopo aver appagato la vista attraverso l’arte cinematografica, si passa alla rivisitazione delle opere bibliografiche che tracciano la storia del labirinto a partire dalla quattrocentesca Hypnerotomachya Polyphili( Il sogno di Polfilio )e vari trattati di giardinaggio del ‘700, che illustrano i metodi e le forme di costruzione più diffuse dell’epoca. A fare da contrappunto al tutto è il teatro di Danio Manfredini con ‘Al presente’, rappresentato il 28 febbraio e centrato sull’autobiografia dell’autore.
Tutti gli eventi che ruotano intorno alla mostra non sono che il compendio ideale dell’istallazione creata da Michele Jodice nell’Atrio del museo, un percorso costituito da un vero e proprio labirinto di piante ispirate ad un’incisione ritrovata su un pilastro del peristilio della casa di Marco Lucrezio in Via Stabia a Pompei. L’istallazione è al contempo ingresso alla mostra e cornice della stessa, ma anche rivisitazione in chiave scenografica dei temi trattati al suo interno. A completare il tutto sono le incisioni di Jeronimus Bosh e Carlo Rosselli.
Il significato fondamentale della rassegna sta soprattutto nel valore dato al concetto di Labirinto, legato alla città partenopea in maniera indissolubile. Labirinto come mito che sopravvive intatto dopo tremila anni, ma che più di ogni cosa, regola l’equilibrio umano svelandone tutti i punti deboli.
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L'argomento è decisamente affascinante... però... forse l'articolo poteva essere un po' più profondo, non credi, Andromeda? Non tutti conoscono i corti di Greenaway in relazione al labirinto... la questione è spazio - temporale, mi sembra... potevi citare i titoli... A cosa ti riferisci riguardo ad Antonioni? Non ho davvero presente un suo corto sull'argomento. Si tratta di qualcosa realizzato prima di "Cronaca di un amore"?
I corti di Greenaway sono fantastici! Consiglio a tutti di procurarseli o vederne qualcuno. Poi se volete un esempio di labirinto, provate a guradarvi il film Prospero'sBook (l'ultima tempesta) e ne rimmarrete soddisfatti. ciao.
Quando si parla di Cinema costantino non manca mai...