Architetture di un passato regale intrecciate a contemporanee strutture architettonico-decorative. Questo il gioco di rimandi e sinergie in mostra presso le Sale Romanelli della Reggia di Caserta.
Il palazzo vanvitelliano riapre finalmente le sue porte al mondo dell’arte contemporanea, ristabilendo, dopo più di un vent’anni, un rapporto rimasto, da tempo, fermo alle sole logiche di Lucio Amelio. Il gallerista, con la sua lungimiranza, consegnò la collezione “Terrae Motus” alle sale superiori della Reggia, come lascito testamentario. Una collezione istituita in seguito alla chiamata all’azione-reazione da parte di tutti gli artisti suoi amici, tra cui Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, dopo il devastante terremoto che colpì l’Irpinia e la Campania centrale nel novembre del 1980.
Così, quella preziosa lungimiranza ha permesso di intraprendere un dialogo tra antico e contemporaneo che, oggi, sembra aver iniziato un nuovo corso. Non più nella forma di una collezione permanente ma con due installazioni di dimensioni ambientali, “The Exhibition” e “Inner Outside”, di Peter Demetz (Bolzano, 1969) e Antonio Sannino (Napoli, 1959), promosse dalla LiquidArt System, con progetto curatoriale di Marco Izzolino.
La scelta di unire due artisti visibilmente differenti nella loro ricerca artistica, sembra trovare il suo comune denominatore nella capacità di reinterpretare, in chiave assolutamente nuova e contemporanea, tecniche che provengono dal passato, intrecciando la partecipazione attiva dello spettatore all’interno di questa sinergia.
“The Exhibition”, la più grande opera realizzata da Demetz, è costituita da spazi e figure a grandezza naturale, interamente scolpiti in legno. A limite tra scultura e installazione, l’opera ricrea, all’interno di uno spazio espositivo, una possibile situazione all’interno dello spazio espositivo stesso. Un’illusione, un metateatro contemporaneo che, grazie a un abile gioco di prospettive e architetture, finisce per porre lo spettatore di fronte a uno specchio, indentificandosi in quegli spazi e figure. Quelle stesse figure che, colte nella loro intimità, mai in posa, escludono ogni drammaticità e ci inducono alla contemplazione e alla concentrazione.
Grazie a un’impeccabile tecnica scultorea, imparata e coltivata a Ortisei, culla dell’antica tradizione artigiana dell’intaglio del legno, l’artista stabilizza quello che nel frenetico mondo contemporaneo ci sfugge.
Altrettanto imponente è “Inner Outside”, di Antonio Sannino. Otto tele che, unite, formano un unico lavoro di 9 metri e si dispiegano come una scena teatrale davanti e intorno ai nostri occhi. Oltrepassando la naturale bidimensionalità della tela, entriamo nel quadro, facendoci coinvolgere nella personale visione che l’artista ha della città di New York. Anche qui veniamo immersi in una quieta e sentimentale visione di quella metropoli, che per tutti è simbolo della caotica giungla urbana. Con la sua pittura materica, con tratti che rimandano al mondo informale, Sannino ci permette di vedere, sentire e toccare il suo particolare paesaggio, dipinto quasi come visione improvvisa. Avvolti dai fumi soffusi di New York, con abile intelligenza emotiva di pittore, quasi magicamente svela la città spogliandola dai consueti abiti e ci rende padroni di quel tessuto urbano più profondo, dove risiedono passioni e desideri in fuga dal veloce scorrere dell’oggi.
Due approcci diversi, capaci non solo di creare un ponte tra tradizione e futuro – necessario, forse, per l’arte di oggi, nel tentativo di superare i limiti a cui la sperimentazione degli ultimi decenni è arrivata – ma anche di rendere più immediata la ricezione, grazie al coinvolgimento intimo dello spettatore, spesso troppo distante.
Annachiara De Maio
Mostra visitata il 22 aprile
Dal 15 aprile al 21 maggio 2016
Peter Demetz, The Exhibition | Antonio Sannino, Inner Outside
Sale Romanelli della Reggia di Caserta
Viale Douhet, 2/a – 81100, Caserta
Orari: dal mercoledì al lunedì, dalle 8.30 alle 19.00
Info: reggiadicaserta@tin.it