Per chi non lo sa, forse non la riconosce, Debora Hirsch fotografa, che si serve di un nuovo mezzo per analizzare la realtà contraddittoria del Brasile, il paese in cui è nata. L’artista ha deciso di utilizzare un mezzo alternativo alla pittura, che registra in maniera più diretta la realtà. Ed è proprio registrando la realtà che emerge il paradosso.
La serie fotografica ha in sé qualcosa di totalmente singolare, il contrasto netto fra persone e ambienti, dicotomie che si accavallano in uno scenario che sembra fuori dal tempo, lontano dal presente. Così un gruppo di bagnini si aggira nel patìo di una casa lussuosa, decorata di marmi e stucchi. Le figure mostrano sicurezza e diffidenza come se la spiaggia fosse dietro l’angolo.
In un salotto che rimanda alla sofisticata cultura Biedermeier si aggira un uomo molto robusto, visto da tergo, che indossa una t-shirt da football contrassegnata dal numero 18, mentre una giovane fanciulla dai lunghi capelli lo osserva con un paio di infradito in mano. In un ambiente che si distingue per l’arredamento di legno, fitto d’intarsi bicromati, una coppia di operatori di Samju lavora, come se nulla fosse; accanto ad uno di loro si vede una coppia di portafotografie, al cui interno sono conservati i ritratti degli avi. Storie alternative di un Brasile in bilico tra l’utopia del nuovo governo di Lula e la terribile crisi economica.
Nella serie di fotografie, di cui in mostra è esposto un gruppo selezionato tra più di mille scatti, non si percepisce il degrado di un paese dilaniato dalla povertà. L’antinomia della realtà è qui filtrata da un processo intellettuale sottile, che evoca il dramma attraverso l’evanescenza e il sarcasmo di situazioni e ambienti esclusivi.
The Last Supper è un’installazione in cui dissensi del Brasile sono descritti attraverso simbologie riguardanti la vita di Cristo. La citazione evangelica vuole evocare un modello sacrificale, annichilito dal tradimento, in un contesto amaro e stucchevole. Qui una costruzione campeggia evocando i grattacieli di San Paolo; tutt’intorno una serie di scritte che presentano lo stesso stile dei graffiti che dominano i muri delle città brasiliane. Poi i ritratti degli eroi locali: delinquenti condannati per crimini vari, che la
Tutta la costruzione compositiva è regolata dal titolo: “BR101”, un’etichetta che distingue la strada che attraversa e unisce tutto il Brasile.
articoli correlati
Debora Hirsch da Antonio Colombo
tiziana di caro
Fino al 17 novembre 2024 è visitabile The Mountain Touch, una mostra curata da Andrea Lerda e nata da un…
Dopo la personale di Flaminia Veronesi, Aldo Sergio è il secondo artista contemporaneo presentato dalla galleria milanese: la sua mostra…
Per il Padiglione Danimarca alla 60ma Biennale di Venezia, Inuuteq Storch apre uno spiraglio sulla cultura kalaallit e sull’occupazione coloniale…
Ottimi risultati per la Peter Mullin Collection di Bonhams, a Los Angeles. A partire dai lavori di Carlo, Rembrandt e…
Dopo gli interventi di ripristino, tornano fruibili al pubblico nuovi spazi del Vittoriano, restituendo l’idea del progetto architettonico originario e…
Già sede di diverse mostre e progetti di arte contemporanea, la Certosa di San Giacomo, a Capri, ospita il nuovo…
Visualizza commenti
Ero perplesso... dopo buone mostre molto fresche e piacevoli...Debora Hirsch?? Ed invece la 404 ha ancora una volta spiazzato tutti. Mostra di grande qualità, che segna un nuovo e convincente inizio per l'artista brasiliana. Da non perdere !!!